Il piano in sei punti proposto dal ministro per le Politiche agricole, Maurizio Martina, lo scorso 20 luglio per arginare la crisi del prezzo dei cereali, non ferma la protesta delle organizzazioni agricole nel Mezzogiorno d’Italia, dove il calo dei prezzi è particolarmente sentito nel segmento del grano duro ed è particolarmente avvertita l'esigenza di misure con effetto immediato a copertura della campagna di commercializzazione in atto.

Oggi, 27 luglio 2016, le quotazioni del grano duro fino alla Borsa Merci di Foggia fanno segnare i 180 euro a tonnellata sui valori minimi e 185 sui massimi, in ulteriore flessione rispetto alla seduta del 6 luglio che dava 195 euro di prezzo minimo e 200 di massimo.

Tale situazione consolida la diminuzione del prezzo del grano duro con almeno l'11,50% di proteine, che nella prima seduta dell’anno, il 13 gennaio scorso, si attestava ancora sui 260 (min) – 265  (max) euro la tonnellata. Da allora i corsi del grano duro fino nazionale hanno conosciuto una perdita di valore del 30, 18% nei valori massimi e del 30,76% nei valori minimi.
 
Nella giornata di ieri, 26 luglio 2016, Agrinsieme Campania ha annunciato per domani, 28 luglio 2016, un sit in di protesta e di proposta al Centro Direzionale di Napoli, viale della Costituzione - Isola A6. Sarà presente il vicepresidente nazionale della Cia, Alessandro Mastrocinque. Contemporaneamente Coldiretti Puglia ha proclamato lo stato di agitazione e convocato una manifestazione di protesta che si terrà a Bari  sul lungomare Nazario Sauro, venerdì 29 luglio, con la presenza del presidente nazionale dell’organizzazione, Roberto Moncalvo.

“Ai 180 euro con i quali viene pagato un quintale di pasta dal consumatore fanno fronte soli 18 euro con cui viene pagato un quintale di grano duro al produttore agricolo: è la semplice quanto eloquente fotografia della crisi dei prezzi dettata dalle speculazioni internazionali che sta mettendo in ginocchio uno dei più importanti settori del made in Italy alimentare nel mondo" denuncia Agrinsieme Campania in una nota.

Da Napoli a Bari il passo è breve e non cambiano i toni. “Qui esplode la protesta degli agricoltori pugliesi che lasciano le campagne con i trattori per stringere d'assedio le principali città a difesa del grano nazionale, sotto l'attacco delle speculazioni che hanno praticamente dimezzato le quotazioni su valori più bassi di 30 anni fa con la perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro e il rischio di desertificazione per quasi 2 milioni di ettari, il 15% della superfice agricola nazionale, che si trovano peraltro soprattutto nelle aree più difficili del Paese – recita una nota di Coldiretti Puglia.
L’organizzazione agricola, inoltre, annuncia che sarà reso noto il  “Dossier Coldiretti sulla guerra del grano, con i costi delle speculazioni per gli agricoltori ed i consumatori e le proposte concrete per salvare la coltivazione ed i rischi che corre l'Italia sul piano ambientale, economico e occupazionale”.