Una buona partenza fa sempre comodo a tutte le colture e in tal senso il riso non fa eccezione. Anche nelle risaie è quindi bene organizzarsi al fine di somministrare i giusti fertilizzanti, da scegliersi e dosarsi anche in funzione delle specifiche esigenze di campo.
Per contro vanno evitati eccessivi rigogli vegetativi dovuti a eccessi di macroelementi, in special modo di azoto. In tal caso, infatti, le piante divengono più suscettibili agli attacchi parassitari, come pure vengono inutilmente esaltati i fenomeni di eutrofizzazione delle acque. Questi sono dovuti infatti alle proliferazioni algali favorite dall'elevata disponibilità di nutrienti.
Esigenze indicative della coltura
Indicativamente, il fabbisogno nutrizionale del riso per i tre macroelementi è intorno ai 130-150 kg/ettaro per l'azoto, 70-80 per il fosforo e 150-160 quanto a potassio, somministrabili al terreno in pre semina. In tal senso ben si prestano i concimi organominerali a diverso bilanciamento NPK, da scegliersi quindi in funzione delle specifiche analisi del terreno.
Il riso, per esempio, ha esigenze particolarmente elevate di potassio e ciò deve essere ricordato al momento della scelta del concime, al fine di somministrare la quantità necessaria a soddisfare la precisa domanda della coltura, evitando di depauperare la quota naturalmente presente in campo. La disponibilità dell'elemento deve inoltre essere garantita per tutto il ciclo vegetativo.
La concimazione potassica, però, differisce da zona a zona. Per esempio, viene ampiamente praticata in area prealpina occidentale, caratterizzata questa da terreni tendenzialmente acidi e dilavati. In tal caso sono impiegabili anche concimi solo NK, utilizzabili quindi su terreni sufficientemente dotati di fosforo. La somministrazione di potassio è invece meno praticata nel Delta padano, caratterizzato da terreni di tipo alluvionale.
Analogamente ad altri cereali, anche la concimazione azotata del riso è punto focale per l'ottenimento di rese soddisfacenti. La disponibilità dell'elemento deve peraltro restare il più possibile costante durante il ciclo colturale, evitando però picchi di concentrazioni nei momenti sbagliati. Questi potrebbero infatti incidere negativamente sugli equilibri delle piante, aumentandone la suscettibilità alle fitopatie. Al contrario, un picco di assorbimento si rileva dalla fase di levata fino alla spigatura, momento nel quale il fabbisogno del riso è massimo.
L'opzione calciocianamide
Dal momento che anche il calcio ha un ruolo fondamentale per il metabolismo della coltura, questo elemento va tenuto in debita considerazione al momento delle concimazioni presemina. Quantitativamente, il fabbisogno del riso quanto a calcio non è infatti simile a quello per il fosforo. In tal senso la calciocianamide apporta sia azoto, sia calcio, proponendosi quale soluzione ottimale in diverse situazioni di campo. Inoltre, la concimazione di fondo con calciocianamide permette anche di correggere la naturale acidificazione dei terreni dovuta alle prolungate sommersioni.
Cessione lenta, risultati migliori
Fra i pregi di alcuni concimi organo-minerali presenti sul mercato vi è infine la capacità di rilasciare gli elementi nutritivi in modo progressivo, meglio incontrando in tal senso l'ottimale gestione della concimazione in risaia.
Prima di effettuare la semina è quindi bene selezionare i prodotti migliori in tal senso, assicurando non solo il corretto apporto di elementi al terreno, bensì garantendoglielo anche nel tempo.
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Fonte: AgroNotizie