I cinghiali stanno diventando uno dei principali problemi dell'agricoltura italiana. Questi ungulati, altamente prolifici e adattabili, imperversano nelle campagne distruggendo colture estensive, come mais e barbabietola, ma anche vigneti e frutteti. I danni stimati dalle associazioni di categoria ammontano a milioni di euro e se si sommano a quelli causati da nutrie, cornacchie, cervi e camosci, il numero sale ancora di più.
E così quattro agricoltori tra Este e Ospedaletto Euganeo, in provincia di Padova, esasperati dalle continue incursioni dei cinghiali ai danni del mais appena seminato, hanno deciso di ricorrere ad un vigilante. Una guardia che dal tramonto all'alba percorre le strade di campagna con la macchina d'ordinanza e spaventa gli animali con lampeggianti e fari.
Il vigilante impiegato nella sorveglianza
(Fonte foto: Christian Rossi)
Gli ungulati, allarmati dai fasci luminosi nella notte, escono dai campi per rifugiarsi nella boscaglia oppure nelle aree incolte, risparmiando le coltivazioni. "Ma ben presto questo disturbo è diventato inutile", ammette Christian Rossi, titolare di una Azienda Agricola di Este e promotore dell'iniziativa di sorveglianza.
"I cinghiali hanno una incredibile capacità di adattamento. Per un paio di settimane, alla vista della pattuglia, sono scappati via, adesso invece sapendo che non è un pericolo la ignorano. Una notte si sono piazzati in mezzo alla strada e non si volevano muovere neppure dopo che il vigilante ha fatto gli abbaglianti a pochi metri di distanza".
Cinghiali nei campi, una situazione insostenibile
Gli agricoltori stimano che entro la fine della stagione il danno sarà di circa 300mila euro, mentre ad oggi si aggira attorno ai 40mila, considerando le risemine che si sono rese necessarie su una parte dei 100 ettari di mais, devastati dai cinghiali. Senza contare il costo del vigilante.
Cinghiali illuminati dai fari di notte
(Fonte foto: Christian Rossi)
"Gli animali scavano con il muso la terra alla ricerca del seme di mais, di cui sono ghiotti, mentre lasciano quasi intatta la pianta. Ogni notte la guardia vede circa trenta, quaranta esemplari. Potete vedere dalle foto il danno che possono fare", ammette sconsolato Christian.
La coltura preferita dai cinghiali è sicuramente il mais, che viene attaccato nelle prime settimane dopo la semina e poi da maturazione lattea in poi. A fine marzo scorso c'è stata la prima semina dei campi, parzialmente distrutta dai cinghiali, mentre il 10 aprile scorso c'è stata la seconda, abbinata all'intervento della pattuglia per difendere le plantule.
La concia non disturba gli animali? "Negli anni abbiamo provato differenti conce sperando che una fosse in grado di dissuadere l'animale dal cibarsi del mais, ma niente. Ce ne sono alcune che funzionano meglio di altre, ma alla fine se il cinghiale ha fame si mangia qualunque cosa. Lo abbiamo toccato con mano: iniziano con il mais, poi quando non è più appetibile passano ad altro. Frumento, soia, girasole, barbabietola da zucchero, non c'è una coltura che si può dire al sicuro".
I cinghiali hanno mangiato tutti i semi di mais seminati da Rossi
(Fonte foto: Christian Rossi)
Le origini del problema cinghiali
E pensare che fino a cinque anni fa il problema neppure esisteva, visto che nella zona non erano presenti cinghiali. Vi erano solo alcuni nuclei nel Parco dei Colli Euganei, a pochi chilometri di distanza, che però con il passare degli anni sono aumentati di numero e non trovando cibo a sufficienza in quell'area di territorio protetto sono scesi in pianura.
"Di giorno si rifugiano nel bosco oppure in aree incolte, mentre di notte escono e devastano i campi. Quest'anno i danni sono stati doppi rispetto all'anno scorso e temiamo che l'anno prossimo sarà ancora peggio se nessuno fa niente", racconta Christian. "Più aumenta il numero di animali, più ampia diventa l'area devastata".
Danni da cinghiale su mais
(Fonte foto: Christian Rossi)
La Regione Veneto avrebbe un Piano di Eradicazione del Cinghiale che però, evidentemente, non basta. Qualcuno propone allora di imbracciare il fucile... "Ma non è la soluzione. Primo, perché è illegale e noi siamo per il rispetto delle leggi. Secondo, perché sono talmente tanti che uccidere qualche esemplare non servirebbe. Nel Parco ogni anno ne vengono abbattuti mille, eppure continuano a moltiplicarsi. Serve un Piano di Eradicazione che elimini del tutto il problema".
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