Non solo: l’Unione europea inizia ad alzare qualche barriera in più rispetto al passato, vietando l’importazione di suolo e di alcune essenze, salvo possibili deroghe da concedere in un regime speciale, ma lascia ancora le frontiere sostanzialmente aperte.
E’ questo il messaggio che giunge da Monopoli (Bari) dove il 1° giugno 2019 si è tenuto il convegno “Il nuovo Regolamento 2016/2031 relativo alle misure di protezione contro gli organismi nocivi per le piante in vigore dal 14 dicembre 2019” organizzato in occasione dell’ XI Giornata nazionale del vivaismo mediterraneo svoltosi nella sede operativa dell'Associazione nazionale vivaisti esportatori che lo ha organizzato.
Leonardo Capitanio, presidente Anve, ha ringraziato coloro che hanno sostenuto l’evento ed ha accompagnato gli interventi che si sono succeduti, tutti estremamente qualificati.
Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano per l’occasione ha fatto il punto sull’emergenza Xylella fastidiosa e sulle procedure amministrative messe in atto negli anni di escalation dell’emergenza; in particolare ha comunicato che ora è "necessario individuare le idonee modalità di movimentazione delle piante in zona demarcata e provvedere alla sostituzione delle piante malate con altre cultivar resistenti e, dove permesso, altre coltivazioni".
Anna Percoco, del Servizio Fitosanitario regionale della Puglia ha presentato il Regolamento 2016/2031 che stabilisce le norme per determinare i rischi fitosanitari rappresentati da qualsiasi specie, ceppo o biotipo di agenti patogeni, animali o piante parassite dannosi per le piante o i prodotti vegetali e le misure per ridurre tali rischi a un livello accettabile.
“Il nuovo regime fitosanitario della Ue resta aperto, pertanto tutti gli spostamenti di piante e prodotti vegetali verso e nell’Unione sono consentiti ad eccezione di alcuni divieti" ha sottolineato la Percoco. Gli operatori professionali, tra cui produttori e commercianti di piante, avranno nuove responsabilità e adempimenti tra i quali la tracciabilità in ingresso, in uscita e tra i propri siti. Inoltre, per il rilascio dell’autorizzazione ad emettere i passaporti fitosanitari, dovranno dimostrare adeguate conoscenze sugli organismi nocivi e trasmettere queste conoscenze anche ai propri collaboratori.
L’operatore professionale, in caso di presenza di un organismo nocivo, dovrà anche essere in grado di ritirare dal mercato i prodotti compromessi e informare i soggetti della catena commerciale del rischio di presenza dell’organismo sulle piante. In relazione al passaporto, questo deve essere composto da un’etichetta fisicamente applicata all’unità di vendita e deve indicare il codice di tracciabilità da cui è possibile, su richiesta dell’Autorità competente, determinare tutti gli spostamenti che il materiale vegetale ha effettuato.
Una facoltà che gli operatori hanno sarà quella di adottare i Piani di Gestione dei rischi connessi agli organismi nocivi i quali dovranno: descrivere i processi produttivi, individuare i punti critici e le misure da adottate per attenuare i rischi, individuare le procedure e le azioni in caso di presenza sospetta o confermata di organismi nocivi da quarantena, i ruoli e le responsabilità del personale coinvolto.
Giacomo Carreras, presidente dell'Ordine dei dottori agronomi e dottori forestali della Provincia di Bari, ha esposto come i professionisti possono dare assistenza alle aziende per assolvere i requisiti della norma. Infatti gli Ordini professionali possono contribuire nella formazione degli operatori e dei loro collaboratori così come possono individuare le modalità di registrazione della tracciabilità. In particolare potranno intervenire nella implementazione dei Piani di gestione dei rischi connessi agli organismi nocivi in cui si rende necessario predisporre procedure di analisi e gestione del rischio.
E’ intervenuto anche Josep Pages, segretario generale dell’ European Nurserystock Association, sodalizio ufficialmente riconosciuto dalla Commissione europea quale organismo di rappresentanza del settore vivaistico, si confronta costantemente con le autorità di gestione fitosanitaria.
“Il Regolamento 2016/2013 sarà completato con ulteriori atti di implementazione e ad oggi mancano ancora informazioni su molteplici aspetti come quello relativo agli adempimenti a carico dei produttori oltre agli elenchi degli organismi nocivi prioritari, degli organismi da quarantena e delle misure ufficiali da adottare in caso di infezione " ha ricordato Pages. I produttori dovranno comunque adattare i loro processi tecnici e amministrativi a quanto richiesto dalla normativa. Tutto ciò dovrebbe migliorare le condizioni di controllo e renderle omogenee in tutta l’Unione Europea.
Audrey Gerber, del Comitato produzioni ornamentali – International Association of Horticultural Producers, che ha soci provenienti dai cinque continenti e per questo studia gli adempimenti di coloro che, dai Paesi terzi, vogliono esportare in Europa. “Il nuovo Regolamento innalza il livello di biosicurezza ma allo stesso tempo rende difficile il commercio di alcuni tipi di piante - ha sottolineato la Gerber - ad esempio, in Ue non sarà permessa l’introduzione di suolo, aspetto che limita molto la contaminazione di alcuni patogeni come i nematodi, ma al contempo limita il commercio di alberature che difficilmente possono essere movimentate a radice nuda o altro mezzo di crescita".
Inoltre sono state già individuate 35 specie/generi che, a causa dell’alto rischio di contaminazione, non potranno essere importate in Ue, se non a seguito di attenta "Pest Risk Analysis" e specifica richiesta di deroga.