L’obiettivo è sensibilizzare tutti i viticoltori, non solo quelli professionali ma anche quelli hobbisti che in Valsugana rappresentano una percentuale significativa, nella gestione territoriale e puntuale della flavescenza dorata della vite.
In entrambi gli incontri, dopo i saluti dei rispettivi rappresentanti delle comunità di valle, è previsto l’intervento dell’assessore provinciale all’Agricoltura. Della malattia, degli aspetti tecnici e dei metodi di contenimento parlerà Flavio Mattedi dell’Unità viticoltura della Fondazione Edmund Mach, mentre gli aspetti normativi inerenti alla problematica saranno affrontati da Lorenza Tessari del Servizio fitosanitario della Provincia autonoma di Trento.
“La difesa nei confronti di questa malattia, per quale esiste un decreto di lotta obbligatoria, è di tipo indiretto e si attua attraverso la puntuale individuazione ed estirpazione delle viti che manifestano i sintomi e l’intervento con agrofarmaci per ridurre la presenza degli insetti che la trasmettono – spiega Flavio Mattedi -. E’ quindi importante, che ogni viticoltore, sia professionale, che conferisce l’uva alle cantine, che quello che produce uva per proprio consumo, sia informato e che conosca i sintomi della malattia. Questi si manifestano sulla vite da giugno in poi e sono evidenti sulle foglie con un caratteristico ripiegamento a triangolo del lembo fogliare. I germogli stentano a lignificare e i grappoli appassiscono e non raggiungono la maturazione”.
La flavescenza dorata viene trasmessa da una cicalina (Scaphoideus Titanus) da una vite malata a una sana. Questo insetto è presente in modo generalizzato in tutto il territorio agricolo della Valsugana. Tutte le varietà di vite possono essere colpite dalla malattia, in particolare lo Chardonnay, ma anche le cultivar locali e gli ibridi.
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Fonte: Fondazione Edmund Mach - Istituto Agrario di San Michele all'Adige