Tempo fa occupava la 19esima posizione (leggi l'articolo). Ora è scesa al 22esimo. Non si tratta di Pil, di debito pubblico o di rischio criminalità. Si tratta di sicurezza alimentare. Un argomento che non dovrebbe nemmeno essere preso in considerazione in un Paese che si considera fra i più ricchi al mondo in termini di agroalimentare.
L’Indice Mondiale per la Sicurezza Alimentare, sponsorizzato da DuPont, è stato lanciato a luglio del 2012 e misura la sicurezza alimentare dei paesi per mezzo di indicatori che rilevano l’accessibilità, la disponibilità, le proprietà nutrizionali, la sicurezza e la qualità dei prodotti alimentari.  I risultati dell’Indice includono 107 paesi e vengono costantemente aggiornati.
 
Gli ultimi risultati collocano l’Italia al 22° posto, con un punteggio di 74.6 negli indicatori globali, ritrovandosi un po’ indietro rispetto a Spagna (19° posto) e Regno Unito (20° posto), e avanti di qualche posizione rispetto alla Grecia (25° posto). Gli USA sono al I° posto, seguiti da Norvegia, Francia e Austria. La Germania è in 12° posizione.
 
La valutazione è stata suddivisa in tre categorie principali: accessibilità, disponibilità, qualità e sicurezza. L’Indice è un modello dinamico di analisi quantitativa e qualitativa, costruito sulla base di oltre 25 indicatori che misurano i livelli di sicurezza alimentare sia nei paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo.
 
Luigi Coffano, Country Manager di DuPont Italiana, commenta gli ultimi valori assegnati all’Italia: “I punti di forza nel nostro paese sono l’accesso al sistema creditizio da parte degli agricoltori, la disponibilità di derrate, la sicurezza e l’eccellenza nella qualità, fattore in cui il consumatore italiano è diventato sempre più attento ed esigente, non a caso l’Italia rientra nei primi dieci paesi al mondo per la qualità dei prodotti alimentari.  La nostra debolezza è legata sicuramente alla mancanza di investimenti pubblici in ricerca, aggravata dalla crisi economica degli ultimi anni, che tuttora rende difficile sbloccare tale situazione.”
 
Un altro fattore critico che ha avuto ripercussioni negative anche negli altri paesi del mondo è legato alle avverse condizioni climatiche, in particolare alla forte siccità che nell’ultimo anno ha provocato ovunque diminuzioni dei raccolti e ripercussioni negative su tutta la filiera agroalimentare.
 
L’Indice è uno strumento che serve a capire e contrastare le cause della fame nel mondo, fornendo elementi utili per la definizione delle strategie che guidano l’azione dei governi e del privato.  Una popolazione è sicura dal punto di vista alimentare solamente se le condizioni economiche, sociali e fisiche consentono di avere accesso a cibo nutriente e sano, in quantità sufficiente da garantire una qualità di vita adeguata alle singole necessità, aspettative e attività.
Quello che differenzia questo strumento dalle moltissime ricerche di settore di organizzazioni che si occupano di sicurezza alimentare è innanzitutto la visione generale, che va ben oltre il problema della fame, per andare a scandagliare tutti i fattori che contribuiscono all’insicurezza alimentare. Oltre a ciò, l’Indice Mondiale sulla Sicurezza Alimentare rileva l’impatto delle variazioni dei prezzi alimentari globali a livello nazionale, dove si avvertono più direttamente le fluttuazioni dei prezzi, in modo da poter esaminare il rischio che i paesi affrontano nel corso dell’anno.
 
Per maggiori informazioni sul Global Food Security Index: http://foodsecurityindex.eiu.com