Nell'ultimo decennio l'introduzione di nuove varietà come Regina e Kordia, l'utilizzo di portinnesti più deboli che favoriscono una raccolta più agevole e sicura, il ricorso alla copertura antipioggia hanno consentito alla cerasicoltura trentina di compiere un grande salto di qualità e di rilanciarsi come coltura da reddito.
Anche sul fronte della quantità sono stati fatti notevoli passi avanti: gli impianti moderni sono ormai arrivati a 100 ettari, fra i quali 60 sono provvisti di copertura antipioggia. La produzione complessiva, dopo 20 anni di recessione, sta ritornando su buoni livelli: attualmente si producono circa 15mila quintali di ciliegie e non solo in Valsugana. Anche il Bleggio e la Valle di Non hanno introdotto questa coltivazione che sembra dare buoni risultati in termini di apprezzamento sul mercato.
L'esperienza della cerasicoltura trentina sarà al centro della relazione di Sergio Franchini del Centro Trasferimento Tecnologico dell'Istituto Agrario di San Michele all'Adige al convegno in programma, questa sera, a Chiampo, in provincia di Vicenza, dedicato alle liste di orientamento varietale e dei portinnesti del ciliegio 2010 promosso dalle Provincia di Vicenza e Verona, dal comune di Chiampo e dal Consiglio per la ricerca in Agricoltura.
I programmi di selezione di nuove varietà di ciliegio si propongono di migliorare la qualità delle varietà tradizionali. Negli ultimi anni particolare attenzione è stata posta all'allargamento del calendario di maturazione, alla resistenza allo spacco, alla tenuta dei frutti in post-raccolta, alle qualità organolettiche e alla produttività.
Nel corso dell'incontro si parlerà del programma ministeriale relativo alle liste di orientamento varietale dei fruttiferi.
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Fonte: Fondazione Edmund Mach - Istituto Agrario di San Michele all'Adige