'L'apicoltura e l'impollinazione delle colture sono elementi insostituibili ed è doveroso preoccuparsi dei fenomeni di mortalità delle api, ma le cause vanno seriamente indagate in ogni direzione e non limitandosi a mettere sotto accusa solo la semina del mais e la concia delle sementi. Infatti', evidenzia l'Ais (Associazione italiana delle aziende sementiere), 'i fenomeni di mortalità o di spopolamento degli alveari vengono segnalati anche dove non si coltiva mais o al di fuori dell'epoca di semina'.
'I prodotti che vengono utilizzati per la concia delle sementi sono stati accuratamente valutati ed autorizzati dalle autorità competenti. La concia industriale delle sementi, cioè l'applicazione del prodotto conciante durante la lavorazione del seme, è realizzata all'interno dello stabilimento sementiero, in ambiente chiuso, sicuro e seguendo le prescrizioni delle case produttrici. Il trattamento al seme', sottolinea l'Ais, 'è uno strumento razionale, fortemente innovativo ed utile per i produttori agricoli ed evita ripetuti trattamenti in campo aperto, con maggiore impiego di principi attivi, nelle fasi di emergenza e crescita delle piante'.
In Italia la coltura del mais occupa circa 1.200.000 ettari, concentrati per il 90% nelle Regioni del nord. 'Le accuse rivolte dagli apicoltori ai prodotti insetticidi concianti, cosiddetti neonicotinoidi, non hanno alcuna precisa evidenza scientifica, come emerso anche al recente seminario organizzato a Roma dall'Apat (Agenzia per la protezione dell'ambiente)'. L'Ais, che già partecipa al gruppo di lavoro organizzato dal ministero delle Politiche agricole con gli Istituti di ricerca per approfondire le eventuali implicazioni tecniche collegate alle operazioni di semina, dichiara la piena disponibilità a contribuire ad ogni tavolo di confronto per approfondire le cause, sicuramente molteplici, dello spopolamento degli alveari.