Dopo i saluti di Salvatore Luciano Cosentino, direttore Di3A Catania, e di Francesco Abate, direttore generale per la promozione della qualità agroalimentare del Dipartimento delle Politiche competitive, della qualità agroalimentare, ippiche e della pesca del Mipaaf, il progetto, giunto alle battute finali dopo l’avvio nell’aprile del 2016, verrà illustrato dal responsabile scientifico, Biagio Pecorino.
Gli impianti a biogas, il combustibile che si produce durante la fermentazione di materiale organico in assenza di ossigeno, rappresentano in Italia la vera rivoluzione verde che ha già generato oltre 1.300 impianti agricoli nel nord Italia, 4 miliardi di investimenti oltre 10mila occupati. Un modello basato sul paradigma innovazione, qualità, tutela per l’ambiente e rispetto della tradizione, e capace di trasformare ogni scarto in una risorsa.
In Sicilia, però, gli impianti sono solo tre, nonostante il territorio possa contare su biomasse uniche, tipiche delle zone mediterranee (pastazzo, sulla, siero, pollina, sansa): ogni anno ci sono circa 300mila tonnellate di pastazzo di agrumi e 1 milione di tonnellate di sanse esauste che potrebbero essere usati in impianti di biogas e biometano. Questi ultimi possono contribuire alla decarbonizzazione del settore dei trasporti e dare una spinta alle regioni del Centro-Sud, il cui potenziale produttivo di biometano al 2030 è stimato in 3 miliardi di metri cubi e corrisponderebbe a un aumento del Pil dello 0,3%.
Interverranno alla tavola rotonda: Claudio Fabbri, Centro ricerche produzioni animali Spa, Stefano La Malfa e Nicoletta Zingale, Di3A Catania, Paolo Rapisarda, Flora Romeo e Gabriele Ballistreri, Crea-Ofa, Acireale (Ct), Giovanni Cascone, Claudia Arcidiacono e Francesca Valenti, Di3A, Catania, Giuseppe Manetto e Emanuele Cerruto, Di3A, Catania, Gioacchino Pappalardo, Mario D’Amico e Roberta Selvaggi, Di3A, Catania, Christian Curlisi, Consorzio italiano biogas e gassificazione, Cib. Svilupperà le conclusioni Giuseppe Castiglione, sottosegretario di Stato alle Politiche agricole alimentari e forestali.
Oltre all’utilizzazione degli scarti e dei sottoprodotti, nei venti mesi di ricerca del progetto, sono state prese in esame anche le biomasse da agricoltura mediterranea in rotazione a colture alimentari e alcune permanenti permanenti quali l’Opuntia (fichi d’india). Per la produzione di biometano si è resa necessaria anche un’analisi sulla localizzazione territoriale anche al fine di valutare le esternalità negative che una logistica complessa comporta in termini di emissione.
La parte finale sarà dedicata al digestato, un ammendante ottenuto dal processo di digestione anaerobica, e che può risultare una fonte strategica di nutrienti per le colture mediterranee. A tal proposito, si analizzeranno le possibilità di impiego e la propensione all'acquisto da parte degli agricoltori siciliani. Digestato che, ridistribuito sui terreni quale ammendante e fertilizzante organico, chiude il ciclo biologico e produce una base importante per la bio-fertilizzazione dei suoli, evitando così la loro desertificazione e migliorando le produzioni agricole. E ancora, biogas e biometano a confronto in una prospettiva di sviluppo.
La partecipazione al convegno consentirà di acquisire Cfu agli studenti universitari e Cfp ai tecnologi alimentari e ai dottori agronomi e forestali.
Scopri i dettagli dell'evento dedicato a Inno-Biomed
© AgroNotizie - riproduzione riservata