Grande assente il ministero dell'Ambiente, dal quale tutti ci aspettavamo spiegazioni sulle sue rigide (a nostro modesto parere anche un po' contorte) posizioni sulle direttive europee, il quale non ha inviato alcun responsabile a rendere conto.
Abbiamo videoregistrato l'intero convegno, in modo da rendere accessibile l'informazione anche a chi risiede in altre Regioni. Gli atti sono stati pubblicati dal Servizio convegnistica di Veneto Agricoltura e si possono scaricare da questo link.
Video 1: Introduzione dei lavori, dottore Riccardo De Gobbi - Regione Veneto, Sezione Agroambiente
Video 2: La regolamentazione europea in tema di Effluenti e Digestati, dottore Francesco Presicce - Commissione europea, Dg Ambiente
Video 3: Il Decreto Effluenti, dottoressa Daniela Quarato - Direzione generale dello sviluppo rurale, ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf)
Turno di domande e risposte
E' pervenuta alla nostra Redazione una richiesta del dottore Stefano Barbieri, responsabile Unità complessa per l'Informazione di Veneto Agricoltura, a nome della dottoressa Daniela Quarato del Mipaaf, di non pubblicare il video del turno di domande e risposte.
La Redazione informa i Lettori che AgroNotizie avrebbe pieno diritto di pubblicare tale video, in quanto prodotto durante un seminario pubblico e nel pieno rispetto della legge 675/1996 sull'attività dei giornalisti e i soggetti ad essi equiparati per effetto del d.lg. n. 123/1997 (pubblicisti, praticanti e autori di saggi, articoli e altre manifestazioni del pensiero), nonché del codice deontologico giornalistico.
Ciononostante, la Redazione ha deciso di acconsentire a tale richiesta nell'interesse dei Lettori, perché altrimenti Veneto Agricoltura non avrebbe consentito la copertura giornalistica degli eventi futuri.
Per dovere d'informazione riportiamo dunque testualmente le domande che il pubblico ha posto:
- Quali sono i criteri per l'interpretazione del concetto di "trasformazione" in sottoprodotto? In concreto, nel caso della lavorazione dei cereali, ogni fase fino ad arrivare, ad esempio al pane, comporta degli scarti o dei sottoprodotti. Il decreto dunque ammette come sottoprodotto solo gli scarti di macinazione del cereale, o tutti i successivi scarti della filiera agroindustriale dei cereali?
- Nella lista dei sottoprodotti ammessi non c'è il siero di latte. Questo sottoprodotto è largamente utilizzato nel Sud Italia, dove ci sono impianti appositamente autorizzati. Nel Nord Italia non ci sono impianti alimentati esclusivamente a siero, ma questo viene utilizzato saltuariamente. Come si deve regolare il proprietario di un impianto del Nord?
- Nel caso dei digestati agroindustriali, la quota d'azoto contenuto nei sottoprodotti d'origine animale, quali siero di latte e scarti di macellazione, è considerata azoto zootecnico?
- Nel decreto ci sono della tabelle con l'indicazione "valore minimo/massimo" ma le stesse riportano solo valori puntuali. Come si interpretano detti valori, come minimi o come massimi? Perché tale puntualità? Perché non si è definito un range di valori ammissibili?
- Domanda posta dall'Autore:
In altri Paesi, come ad esempio la Svezia, le diverse qualità di digestato, e l'utilizzo che se ne può fare di esso, sono definite obiettivamente in funzione della sua composizione chimica e batteriologica, indipendentemente da quali siano le materie che l'hanno originato. Perché in Italia non possiamo adottare lo stesso criterio degli altri Paesi europei?
Riportiamo per i nostri Lettori il seguente riassunto sulla normativa svedese: English summary of SPCR 120 - Certification rules for digestate from biowaste by the quality assurance system of Swedish Waste Management (December 2007), qui. Si veda anche la spiegazione dei criteri generali in questa pagina. - Nella presentazione del dottore Presicce c'è una lista di provvedimenti dell'Ue che si accavallano. Si tratta di una semplice lista per titoli o sono i punti di un futuro decreto o direttiva?
- Non è stato menzionato in nessun momento lo stoccaggio del digestato. Dobbiamo intendere che avete applicato la logica che il digestato è fortemente assimilabile e quindi non ha bisogno di stoccaggio, oppure l'avete omesso perché considerate che rientri nella normativa degli effluenti solidi?
- Perché le slide del dottore Presicce che riportano i risultati dell'applicazione della Direttiva Nitrati si fermano al 2004? Questa direttiva ha comportato miglioramenti alla data attuale o no?
Video 5: Interventi della Regione Piemonte e della Regione Lombardia
Video 6: Interventi dei rappresentanti delle associazioni di categoria: Federazione regionale Coldiretti Veneto, Confagricoltura Veneto, Confederazione italiana agricoltori del Veneto, Associazione regionale allevatori Veneto, Associazione regionale allevatori Veneto - Sessione suinicoltori
Video 7: Interventi dei rappresentanti delle associazioni di categoria: Unicarve, Associazione veneta avicoltori, Azove, Consorzio italiano biogas, e conclusioni
Dalle conversazioni con alcuni stakeholders presenti, il nuovo testo lascia tutti un po' scontenti. Da una parte risolve qualche problema interpretativo del precedente Dm 7/4/2006, come ad esempio l'annosa questione degli sfalci d'erba, considerati rifiuti da alcune amministrazioni e sottoprodotti da altre. Nel contempo, apre nuovi interroganti ed incertezze, come ad esempio l'assurda introduzione di una distinzione fra digestato agrozootecnico e digestato agroindustriale ed i relativi limiti di qualità.
Questi ultimi sono stati definiti come valori unici ed assoluti e non, come sarebbe stato più logico, come intervalli. Poiché i digestati sono fortemente eterogenei ed i metodi di laboratorio sono sempre soggetti ad errore analitico, le tabelle in questione rischiano di paralizzare l'intero settore, perché la probabilità di ottenere un digestato con caratteristiche coincidenti esattamente a valori univoci definiti in tabella è pressoché nulla.
Le autorità presenti hanno comunicato che le discussioni con il ministero dell'Ambiente sono ancora in atto, e che le zone dichiarate vulnerabili ai sensi della Direttiva Nitrati saranno riviste, in quanto gli studi dimostrano che alcune di esse non presentano nitrificazione alcuna.
Quindi non ci resta che augurare l'emanazione in tempi brevi di un nuovo decreto che porti finalmente regole chiare, facilmente attuabili e uniformi per tutto il territorio nazionale.