Tra gli interventi definiti, la riduzione del 15% del credito di imposta a favore dei clienti allacciati alle reti di teleriscaldamento alimentate a biomassa, con l’aggravante di retroattività del provvedimento a far data dal 1° gennaio 2014.
”Siamo indignati da questo provvedimento retroattivo del governo uscente - commenta il presidente della Fiper, Walter Righini -, dalle sue modalità e dal segnale dirompente che produce in ambito montano. Infatti, riducendo il credito di imposta ossia lo sconto (articolo 2, comma 12, della legge 203/2008) applicato ai clienti finali allacciati a reti di teleriscaldamento e nel contempo non diminuendo nella medesima percentuale la componente fiscale sulle fonti fossili destinate al riscaldamento, si finisce per favorire l’impiego di questi combustibili anziché promuovere la filiera bosco-legno-energia in ambito locale".
Fiper sottolinea "la gravità del provvedimento che introduce un precedente di retroattività dell’applicazione della riduzione, che riteniamo incostituzionale", su un comparto che sinora non ha beneficiato di incentivi diretti", si legge in una nota.
Il gettito complessivo stimato dalla riduzione del credito di imposta sul teleriscaldamento si aggira intorno ai 700.000 Euro/annuo, un importo minimo per il sistema Paese, rispetto ad esempio, alla possibilità di recuperare 300 milioni di Euro /annui dall’impiego delle potature del verde urbano a fini energetici, proposta che Cottarelli sembra aver recepito nel progetto di spending review su sollecitazione Fiper.
”Ci rivolgiamo al governo Renzi - conclude Righini - affinché provveda in tempi rapidi a rivedere il provvedimento alla luce della disparità di trattamento tra le diverse fonti per il riscaldamento in area montana, in un’ottica di promozione dell’efficienza produttiva, attraverso reti di teleriscaldamento abbinate a fonti rinnovabili, come del resto indicato dalla recente Direttiva Europea sull’efficienza energetica”.
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Fonte: Fiper - Federazione italiana produttori di energia da fonti rinnovabili