"I due schemi di decreto sull'incentivazione della produzione elettrica da fonti rinnovabili presentati dal Governo rischiano di soffocare lo sviluppo delle agroenergie". E' questo il commento di Confagricoltura ai nuovi regimi di incentivazione che, a parere dell'Organizzazione "introducono in alcuni casi misure così restrittive che la cura potrebbe rivelarsi peggiore della malattia".

Confagricoltura ha valutato la necessità di misure per contenere l'onere in capo al consumatore elettrico, ritenendo indispensabili interventi per legare l'ulteriore sviluppo delle rinnovabili all'efficienza degli impianti e a una maggiore competitività del settore industriale per diminuire i costi di investimento e accelerare la creazione di filiere industriali nazionali. "I decreti sembrano portare ad una drastica riduzione degli incentivi e l'introduzione di ostacoli burocratici commenta l'Organizzazione agricola - dimenticando i benefici ambientali, economici e sociali prodotti dalle rinnovabili".
Il registro informatico di accesso alle tariffe e l'individuazione di contingenti annui limitati, come nel caso del biomasse e del biogas, sono, a parere di Confagricoltura, due elementi che limiteranno l'accesso agli incentivi, soprattutto per le piccole imprese agricole.   

Nel caso del fotovoltaico non sono state salvaguardate alcune tipologie di investimenti interessanti per il settore agricolo, come quelli volti all'autoconsumo, alla rimozione dell'amianto (è stato eliminato il premio), alla realizzazione delle serre fotovoltaiche (non si è proceduto alla loro equiparazione agli edifici ai fini dell'accesso agli incentivi). Anche per le biomasse e il biogas i problemi non mancano. Confagricoltura evidenzia come non si sia data rilevanza allo sviluppo degli impianti di minore potenza (le tariffe base previste non consentono di realizzare gli investimenti); i premi per aumentare l'efficienza degli impianti e la sostenibilità ambientale sono stati concepiti solo per i grandi impianti o richiedono tecnologie non applicabili agli impianti di potenza inferiore a 1 Mw.

"Se a ciò si aggiunge – conclude l'Organizzazione degli imprenditori agricoli - una eccessiva penalizzazione dell'uso delle colture dedicate, che rischia di riflettersi soprattutto nelle aree del Centro-Sud, non si può ipotizzare un futuro per le bioenergie".