Lo sapevate che il biometano, o biogas che dir si voglia, si può utilizzare, proprio come il gas, per cucinare, riscaldare e alimentare le nostre auto? 

Ma allora perché incentivarlo solo per produrre energia elettrica?

Come mai non si promuovono anche gli altri usi, che potrebbero contribuire non poco a svincolare l’Italia dalla pesante dipendenza dal gas russo o algerino?

Questa è la nuova battaglia di Andrea Poggio, direttore di Legambiente, condotta con il manifesto per il biometano, lanciato poco tempo fa proprio dai microfoni di Zeroemission.Tv, e rilanciato al convegno “Il biogas, realtà affermata nel panorama economico ed energetico”.

“Vogliamo sottrarre il 10% del cento del mercato del gas alle industrie delle fonti fossili? Bene, allora devono attivarsi le istituzioni. Per questo con i produttori di energia da biogas vogliamo creare una lobby ‘buona’ per fare pressioni sugli organismi competenti: sull’autorità dell’energia affinché stabilisca le regole, su Snam affinché immetta il biometano nella rete, sulla Fiat perché faccia le auto a biogas, sulla Regione Lombardia affinché promuova la creazione di filiera che valorizzi le bioenergie in agricoltura”.

“Quale migliore occasione dell’Expo 2015? Il suo slogan non è “Nutrire il pianeta, energia per la vita”? E chi meglio degli agricoltori, con gli alimenti di qualità e le bioenergie, possono farlo? Magari incominciando proprio da Milano”. In questo senso, va il progetto che che punta a fare della Lombardia, una regione modello per l’utilizzo delle bioenergie, annunciato da Aper - Associazione produttori di energia da fonti rinnovabili nel corso del convegno.

“L’obiettivo è avviare una collaborazione con Expo 2015 in un’iniziativa che coinvolga industria, agricoltura, associazioni ambientaliste e istituzioni”, ha detto Marco Pigni, direttore generale delle associazioni. “A oggi in Italia sono installati circa 460 MW, orientati prevalentemente alla produzione di energia elettrica, con centinaia di impianti concentrati prevalentemente in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. Ora, però, è giunto il momento di promuovere uno sviluppo più omogeneo del settore – ha concluso Pigni – per creare una filiera per il biometano, che incentivi non solo la produzione di elettricità, ma anche il calore e l’utilizzo nei trasporti favorendo l’immissione in rete del biogas. Oggi abbiamo visto l’importanza della interazione tra istituzioni, cittadini e operatori del settore. Occorre fare sistema”.