Si tratta di una varietà di grano e di undici varietà di specie orticole per le quali il lavoro di recupero è iniziato a partire dalla manifestazione di interesse del 2018, che ha portato al finanziamento di due progetti di ricerca triennali.
Riguardo alla varietà di grano il lavoro di recupero ha visto come capofila del progetto i Molini Cicogni Srl, in provincia di Arezzo, con il supporto scientifico realizzato dell'Università di Firenze.
Nello specifico la cultivar recuperata è la Conte Marzotto, selezionata dal genetista fiorentino Marco Michahelles nella metà del secolo scorso.
Una varietà di frumento tenero caratterizzata da una spiga mutica (senza reste), una taglia bassa e buone caratteristiche molitorie, che negli anni '70, quando era coltivata in varie parti del territorio regionale, ha fatto registrare medie di produzione di 60 quintali a ettaro.
Le undici varietà ortive invece sono tutte varietà locali dell'Isola d'Elba e sono: il cavolo di Patresi, la cipolla di Patresi, la cipolla di Zanca e la cipolla Ciatta, i fagioli del Miracolo scritto e non scritto, i fagiolini Jolly campesi, i pomodori a grappolo 'd'Appiccà' tondo giallo, tondo rosso, allungato rosso e tondo rosso frutti grandi.
Un lavoro di ricerca e recupero che ha visto come capofila il Parco nazionale dell'Arcipelago Toscano e che in questo caso ha visto la consulenza e la supervisione scientifica fornita dalla Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa.
Oggi tutte queste 12 varietà sono state inserite nella banca del germoplasma e nel circuito degli agricoltori custodi previsti dalla legge regionale 60/2004 e sono stati iscritti nei repertori regionali della stessa legge.
Così, con l'Aglione e il Grano 23 entrati a far parte a febbraio delle risorse genetiche autoctone tutelate, sono 14 le varietà agrarie che sono state inserite nei repertori regionali solo quest'anno, nell'ottica della salvaguardia della biodiversità agraria della Toscana.