Il 20 giugno 2019 (per l'intera giornata) si è tenuto un workshop dal titolo 'Micropropagazione: nuove opportunità per giovani imprenditori e ricercatori' presso la Fiera di Cesena (Fc). L'evento ha permesso di fare il punto sul settore della micropropagazione in Italia, strategico per il made in Italy agroalimentare. L'evento è stato organizzato dal Gruppo di lavoro Soi 'Micropropagazione e tecnologie in vitro'.
Leggi l'articolo già pubblicato su Plantgest dal titolo 'Micropropagazione, l'unione fa la forza', dove all'interno troverai le conclusioni tratte dagli organizzatori dell'evento.
In Italia si producono oltre 50 milioni di piantine all'anno grazie alla micropropagazione
(Fonte foto: © Sinitar - Fotolia)
Ma cosa pensano i giovani imprenditori che decidono d'intraprendere questo percorso professionale? Quali sono le principali difficoltà con cui devono confrontarsi? Quali sono le opportunità che possono cogliere? La redazione di AgroNotizie ha chiesto ai giovani imprenditori e ai due ricercatori che si sono succeduti sul palco del workshop di raccontarci le loro esperienze.
"In quanto giovane laboratorio - spiega Corrado Arigliani, Società Agricola Magalotti Quarto e C. di Sala di Cesenatico (Fc) - siamo sempre alla continua ricerca del miglioramento dei protocolli di lavoro sulle diverse tipologie di piante che produciamo. Ma non dimentichiamo che è importante cercarsi di mettere in gioco con varietà di difficile riuscita. La mia esperienza maturata nel passato in un settore diverso dalla micropropagazione mi fa pensare che per affrontare al meglio i mercati ormai mondiali (non solo europei quindi) si dovrebbe cercare di avere una maggiore collaborazione con tutti i laboratori italiani, per unire le forze ed essere più competitivi. Avendo costi di produzione maggiori rispetto ad altri laboratori nel resto del mondo o si fa gruppo per innovare e far emergere il made in Italy oppure la concorrenza mondiale continuerà ad essere sempre di più".
"Siamo un giovane vivaio - spiega Cecilia Contessa di LaboVivai Roero, Baldissero d’Alba (Cn) - nato con l’obiettivo di strutturare il primo laboratorio di micropropagazione commerciale in Piemonte, avvalendosi anche delle più tradizionali tecniche di riproduzione delle piante. Dopo i primi due anni di lavoro, siamo riusciti a mettere a punto diversi protocolli per la moltiplicazione in vitro di mirtillo, lampone, mora, nocciolo, fico e kiwi. Le prime soddisfazioni sono arrivate quest’anno con il completamento di tutte le fasi di produzione, dalla moltiplicazione alla radicazione ed ambientamento di tutte le specie inserite in vitro. Diverse le problematiche incontrate e che affrontiamo quotidianamente, in particolare legate alle condizioni climatiche, che incidono notevolmente sulle fasi ex vitro".
Partendo, ad esempio, da apici di germogli o porzioni di questi, si ottengono vere e proprie piantine
(Fonte foto: © AgroNotizie)
"Dopo aver conseguito nel 2012 la specializzazione in Horticultural Science all’università di Bologna e Monaco con una tesi di genomica e biologia molecolare di albicocco - spiega Filippo Dalmonte dei Dalmonte Vivai, Brisighella (Ra) -, ho iniziato a lavorare nell’azienda vivaistica di famiglia e nel 2014 sono diventato responsabile del nuovo laboratorio di micropropagazione. Dopo quasi 5 anni di pratica ora mi sono appassionato allo studio della tecnica di produzione, in particolare sto sperimentando nuove formulazioni per migliorare la qualità delle specie consolidate come i portinnesti e per riuscire nell’attecchimento di specie più difficili, arboree e erbacee. Le maggiori criticità al momento sono la sterilizzazione superficiale per l’introduzione in vitro, le contaminazioni fungine dell’ambiente di lavoro e quelle endofitiche che si selezionano durante la coltivazione in vitro".
"Dall’incontro effettuato - spiega Cecilia Di Primio di Apice Piante, Ripa Teatina (Ch) - sono sorti vari punti comuni tra i giovani imprenditori. In particolar modo la voglia di crescere, di emergere e di continuare nella maggior parte dei casi attività di laboratori già presenti; questo fa emergere che attività di produzione oltre che ad essere molto impegnative sono molto stimolanti nonostante ci si scontri costantemente con paesi esteri con costi di produzioni più bassi, prezzi di vendita più bassi e produzioni di qualità più bassa del nostro materiale. Nel caso specifico dell’attività di micropropagazione di Apice Piante, azienda di produzione tra le più storiche italiane, la formazione la professionale, l'esperienza dei predecessori ed il lavoro di gruppo ha determinato un incremento della produzione notevole".
Termine della fase di radicazione in serra delle plantule micropropagate
(Fonte foto: © AgroNotizie)
“Passione è la parola chiave, perché inizia tutto da lì - spiega Alex Fabbri dell'Azienda agricola Vivai Molari e Gatti di Cesena -. E' proprio la passione per la micropropagazione che mi ha permesso 'd'investire' su me stesso ed arrivare a gestire un laboratorio. Tante sono state le difficoltà e tante ancora ce ne saranno, ma grazie a determinazione, volontà e passione anche i problemi maggiori sono stati superati e verranno superati. Il nostro è un settore in crescita, dato confermato dalla nascita di nuovi laboratori; noi come azienda cerchiamo d'interpretare il mercato creando con l'attività di breeding sui 'Red Fruits' nuove varietà da brevettare. Per un piccolo laboratorio credo sia fondamentale avere varietà brevettate ed esclusive in modo da 'comandare' le regole di mercato".
"La micropropagazione ci ha sedotto, diventando l’oggetto dei nostri studi, progetti e sogni professionali - spiega Emanuela Laratta dell'Associazione Microtech di promozione sociale, Catanzaro -. Con Microtech le dedichiamo, da ormai più di due anni, il nostro tempo e le nostre energie, consapevoli della necessità di una continua ricerca e formazione. Microtech ci ha portati a scontrarci con diverse problematiche (tempi di attesa infiniti, burocrazia inefficiente) che siamo riusciti a superare spinti dal profondo desiderio di voler fare qualcosa per la nostra Terra, che ci sta mandando un evidente "grido di aiuto" che non possiamo ignorare. Questo ci rende consapevoli di quanto siano diventate urgenti le problematiche ambientali e di quanto sia necessario che ognuno dia il proprio contributo".
I partecipanti al workshop di micropropagazoone che si è tenuto a Cesena il 20 giugno 2019
(Fonte foto: © AgroNotizie)
"Ho sempre avuto chiaro cosa volessi fare nella vita - spiega Emanuela Milone dei Vivai Milone, Lamezia Terme (Cz) -, ancora prima di sapere cosa fosse: mi sono sempre immaginata con un camice bianco ed una provetta con una piantina nelle mani. Per anni ho inseguito questa immagine di me ed ora l'ho concretizzata: oggi gestisco il laboratorio di micropropagazione dei Vivai Milone. La tradizione di famiglia, arrivata alla quarta generazione, si arricchisce d'innovazione per rispondere ad un’esigenza: produrre qualità. Questo senza mai prescindere dalla sostenibilità. Di certo non è stato facile e non lo è tutt'ora, ma l'agricoltura insegna l'attesa, la cura ed il rispetto: valori da mettere in campo e condividere". All'incontro ha partecipato anche Valentina Privitera dei Vivai piante Russo di Randazzo (CT).
"Presso la sede di Sanremo del Crea OF - spiega Marco Savona ricercatore del Crea-OF di Sanremo (IM) - è attiva una piattaforma di micropropagazione e coltura di tessuti. Le ricerche, condotte su specie ornamentali ed aromatiche, prevedono approcci integrati e multidisciplinari: la clonazione di genotipi superiori e loro ambientamento; la produzione di stock di piante madri risanate e verifica dell’assenza di virus con diagnostiche molecolari; lo studio di protocolli di produzione ad alta efficienza attraverso sistemi ad immersione temporanea; la germinazione assistita di semi derivati da incroci o recalcitranti; l’induzione di embriogenesi somatica e lo sviluppo di semi artificiali; protocolli di rigenerazione; colture di aploidi per l’ottenimento di linee pure; il mantenimento del germoplasma commerciale ed a rischio di estinzione".
"Oggi la necessità di produrre piante di elevato standard qualitativo e 'sicuro' dal punto di vista genetico e sanitario - spiega Cristian Silvestri dell'Università degli studi della Tuscia (Viterbo) -, insieme alle nuove opportunità che l’editing genetico offre agli attori del miglioramento genetico, sta riportando una forte attenzione alla micropropagazione e alle colture in vitro in generale. Presso il laboratorio di colture in vitro del Dipartimento Dafne dell’Università della Tuscia si sta lavorando molto soprattutto per far sposare il mondo della ricerca con le reali ed incombenti necessità che il settore vivaistico presenta, allo scopo di potenziare ulteriormente un settore che, ancora oggi, rappresenta un fiore all’occhiello dell’imprenditoria italiana".