A festeggiare l'importante anniversario delle mele dal bollino rosa è Salvi Unacoa, la società consortile che commercializza il marchio Salvi nel mondo.
"Quella che nel 1998 sembrava un'avventura, è oggi una realtà consolidata - afferma il presidente di Salvi Unacoa Marco Salvi - Abbiamo realizzato una vera e propria filiera che ha dimostrato nei fatti che è possibile un'equa distribuzione dei benefici fra tutti i soggetti coinvolti, dai produttori fino al consumatore".
La ricetta per una cultivar perfetta
Il progetto, ad oggi, coinvolge 150 produttori per oltre 300 ettari di frutteto grazie all'Associazione frutticoltori estense, la cooperativa di produzione e lavorazione dei prodotti ortofrutticoli che associa circa 600 produttori del Nord Italia.L'Afe si occupa di assistenza tecnica ai soci, della gestione del piano operativo e delle formalità necessarie di raccolta, di stoccaggio, di conservazione e di confezionamento di pomacee e drupacee.
"Quest'anno la produzione si attesterà sulle 18mila tonnellate con un aumento stimato di circa il 10-15%" prosegue il presidente.
Qualità organolettica, un colore inconfondibile e un sapore speciale sono tra le basi di partenza che hanno fatto raggiungere all'azienda questi numeri.
Infatti per commercializzare mele con il marchio Pink Lady® occorre che queste abbiano colore ottimale, minimo 12° Brix e durezza > 7 kg/cm, oltre all'assenza di difetti sulla buccia e nella polpa.
"Per ottenere una buona quantità di mele con queste caratteristiche occorre che le pratiche agronomiche siano curate al massimo" afferma l'agronomo di Afe, Mansueto Rimondi.
Rispetto ad altre varietà vengono maggiormente curate potatura, impollinazione, diradamento e raccolta, comportando però un maggior impiego di manodopera quantificabile in 100-150 ore/ha.
Aumento di manodopera che sale a 150 a 250 ore/ha nei numerosi impianti dove, circa due o tre settimane prima della raccolta, viene eseguita una defogliazione per favorire la colorazione dei frutti della parte bassa della pianta.
Pink Lady®, nel segno della sostenibilità
I produttori di Pink Lady® pongono al centro della loro attenzione la sostenibilità ambientale attraverso investimenti importanti come, ad esempio, le reti Monoblocco.Intervento questo che ha costi diversi a seconda, ovviamente, della conversione dell'impianto.
Per convertire un sistema antigrandine già esistente occorrono dai 3 ai 6mila euro per ettaro, per farlo su nuovi impianti se ne spenderanno dai 20 ai 27mila euro per ettaro in base ai materiali utilizzati.
Attraverso la perimetrazione del frutteto con apposite reti anti-insetto, l'intervento permette di salvaguardare i frutti dagli attacchi degli insetti come le cimici asiatiche e la conseguente riduzione dell'utilizzo di insetticidi.
Si cerca infatti di ridurre al massimo l'impiego di prodotti di sintesi chimica, seguendo modelli previsionali nella difesa da funghi come la Ticchiolatura, e da insetti come la Carpocapsa.
"Circa il 70% degli ettari di Pink Lady® adotta nella difesa da Carpocapsa il metodo della confusione sessuale che consente una riduzione media del 50% sull'impiego di prodotti chimici" continua l'agronomo.
Al centro degli impianti anche l'impiego dei concimi. Analisi del terreno e fogliari consentono di calibrarne l'utilizzo e per massimizzarne l'effetto, evitando sprechi, la maggior parte dei concimi viene distribuita in fertirrigazione. Il sistema d'irrigazione di quasi tutti gli impianti è quello a goccia, con i quali si restituisce solo l'evapotraspirato dalle piante.
I mercati della mela rosa
Alle basi di partenza e alla sostenibilità si è poi aggiunto un modello economico-organizzativo unico a livello europeo che ha permesso di avere uno standard qualitativo costante e inconfondibile a garanzia del consumatore.Tutti i produttori e confezionatori, infatti, sono obbligati ad aderire ad un rigido disciplinare di produzione e sono tutti certificati Global.Gap, certificazione che tutela la qualità del prodotto e garantisce anche il processo di produzione e la salvaguardia della salute dei lavoratori.
La Pink Lady® è commercializzata da Salvi - Unacoa sui mercati italiani per il 15-20% mentre per il restante 80-85% si suddivide tra i paesi europei come Germania, Gran Bretagna, Scandinavia.
"Oggi si stanno aprendo nuovi mercati molto interessanti come Israele e gli emergenti mercati asiatici dove auspichiamo di avere una rapida espansione" afferma il direttore commerciale di Salvi Unacoa Oliver Stein.