La causa di questo cambiamento è da ricercarsi principalmente nel cambiamento di gusti ed esigenze del consumatore: i nuclei familiari composti da una sola persona sono in crescita, così come le persone che pranzano fuori casa a causa degli orari di lavoro e delle distanze per raggiungere il luogo di lavoro. I prodotti monodose, quindi, sono sempre più appetibili ai consumatori.
ANGURIA O COCOMERO
![Scopri la nuova pianta su Plantgest. Oggi presentiamo il cocomero o anguria. Scopri la nuova pianta su Plantgest. Oggi presentiamo il cocomero o anguria.](https://agronotizie.imagelinenetwork.com/materiali/Varie/Image/Plantgest_Articoli/intestazione-articoli-AGN-plantgest.jpg)
La situazione in Italia
In base ai dati Faostat del 2014 l'Italia è il 23° paese al mondo come produttore di angurie con 453mila tonnellate. Al primo posto c'è la Turchia con 3,9 milioni di tonnellate, seguita da Iran con 3,6 milioni di tonnellate e Brasile con 2 milioni di tonnellate.Se guardiamo al territorio nazionale, in base ai dati Istat del 2016, è il Lazio la prima regione con 113mila tonnellate. Seguono la Campania con 106mila e la Puglia con 75mila.
La coltivazione a piano campo rappresenta ancora l'80% della superficie coltivata, che è pari ad oltre 12mila ettari.
Se guardiamo all'import e all'export le notizie sono buone. Le esportazioni stanno crescendo progressivamente mentre le importazioni stanno calando, passando dalle circa 50mila tonnellate del 2005 alle circa 35mila tonnellate del 2016.
![Una piccola anguria in fase di crescita Una piccola anguria in fase di crescita](https://agronotizie.imagelinenetwork.com/materiali/Varie/Image/Cocomero/Cocomero_Anguria_Pianta_ByGaometri_Pixabay_490x368_25110671920.jpg)
Sempre più angurie sono a frutto piccolo e senza semi
(Fonte foto: © Gaometri-Pixabay)
Anguria mini, per casa e per fuori
"Abbiamo deciso di puntare anche noi sul cocomero - spiega Andrea Benelli, amministratore delegato dell'Azienda agricola Don Camillo di Brescello (Re) -, scegliendo però un prodotto ideale per queste nuove esigenze. Per questo motivo abbiamo scelto mini e midi angurie (il peso varia dai 2 agli 8 chili), dalla polpa rossa, dal gusto dolce e senza semi. Per il 2018 prevediamo di produrre 15mila tonnellate, mentre nel 2017 la produzione è stata di 14mila tonnellate (tra con semi e senza semi).
Per cercare di dare sempre più valore e riconoscibilità, una parte della nostra offerta si basa sull'anguria reggiana Igp. Questo prodotto oggi rappresenta il 10% circa della produzione totale della nostra azienda, anche se nel futuro pensiamo di aumentarla. La sua qualità è un volano importante per chi cerca un prodotto veramente eccellente. Perché solo in questi territori ricchi di argilla è possibile fare angurie così buone e dolci".
![Uno dei cocomeri (o angurie) Crimson ma senza semi Uno dei cocomeri (o angurie) Crimson ma senza semi](https://agronotizie.imagelinenetwork.com/materiali/Varie/Image/Cocomero/Cocomero_Anguria_Frutto_Senzasemi_ByCongerdesign_Pixabay_490x368_8150721920.jpg)
L'anguria reggiana Igp, qualità e territorialità
(Fonte foto: © Condersign-Pixabay)
L'anguria reggiana Igp, una vera miss
Iniziato nel 2009, nel novembre 2016 si è concluso l'iter per iscrivere l'anguria reggiana tra i prodotti Igp dell'Unione europea. Grazie a questo riconoscimento il cocomero reggiano può fregiarsi di un riconoscimento unico in Italia e in Europa."Questo traguardo rappresenta un momento significativo per il nostro prodotto - spiega Ivan Bartoli, presidente dell'Associazione produttori dell'anguria reggiana -, oltre ad essere un importante volano per nobilitare ulteriormente la nostra produzione.
Il nostro territorio produce un frutto dalle eccellenti qualità organolettiche, e questa qualità è fondamentale per differenziarsi nel grande mercato globale. Nel 2017 abbiamo prodotto circa 15.500 quintali marchiati Igp su una superficie di oltre 60 ettari. Per il 2018 il nostro obiettivo sono i 30mila quintali.
La qualità è sicuramente la principale caratteristica. Per ottenerla coltiviamo le nostre angurie in aree particolarmente vocate ed adatte e in tunnel. Le raccogliamo a mano ma in modo scalare: gli stacchi vanno da un minimo di 3 ad un massimo di 10. Ogni frutto viene 'battuto' per testarne il grado di maturazione e solo quelli maturi vengono raccolti. Il sapore deve essere dolce ed il valore minimo è di 12 gradi Brix. Ed ogni frutto viene marchiato perché i nostri produttori ci vogliono mettere la faccia. Il prodotto che non presenta i requisiti del disciplinare viene venduto non marchiato presso i canali tradizionali.
Nel futuro la qualità sarà sempre più importante, perché solo così è possibile creare quel valore che può essere premiato dal mercato e dal prezzo. Al momento noi punteremo su grandi pezzature per un mercato 'sporzionato', perché questo settore è quello che ci sta premiando. Però è vero che il mercato di pezzature più piccole sta crescendo. E proprio per questo motivo ci stiamo guardando con interesse per eventuali sviluppi futuri".