E’ quanto afferma il presidente del Consorzio di tutela Nocciola di Giffoni Igp, Gerardo Alfani, parlando con AgroNotizie, rispetto alla crisi produttiva che ha colpito per effetto della siccità anche la provincia di Salerno, patria della cultivar tonda di Giffoni, che dà vita alla Igp. La produzione di Nocciola tonda di Giffoni non viene marchiata tutta e senza il bollino Ue, pur mantenendo un buon apprezzamento sul mercato rispetto a molte altre cultivar italiane, non riesce a sfondare.
Nell’areale di produzione della Nocciola di Giffoni Igp quali sono le perdite in termini di mancato raccolto?
"L’andamento climatico come noto, è stato inclemente, le perdite sono ingenti e concentrate nelle aree di montagna, dove non è stato possibile raggiungere i noccioleti con operazioni di irrigazione di soccorso, mentre è andata meglio nelle aree di pianura dove questi interventi sono stati possibili. Ad ogni buon conto, a raccolto ancora in fase di ultimazione, credo si possa stimare sugli ultimi anni una perdita compresa tra il 50 ed il 60%".
In termini quantitativi quanto si perde?
"Difficile dirlo: la produzione solitamente è attestata tra i 7mila ed i 9mila quintali, ma questo potenziale è in crescita, poiché abbiamo molte aziende dell’areale Igp che proprio da quest’anno si sono iscritte per la marchiatura. In termini percentuali pertanto il calo ci sarà, ma è difficile stimarlo in valore assoluto. E questo è un segno della forza del marchio e del consorzio".
Presidente, l’onda ribassista proveniente dalla Turchia, che sta investendo il mercato mondiale delle nocciole, riguarda anche la Nocciola di Giffoni Igp?
"Guardi, la formazione del prezzo della Nocciola di Giffoni Igp quest’anno ha dato vita ad un maggior prezzo di 30-40 euro al quintale rispetto al prezzo di mercato della cultivar Nocciola tonda di Giffoni non soggetta a marchio, che ha spuntato prezzi dai 240 ai 270 euro al quintale. Pertanto, il prezzo della Nocciola di Giffoni Igp, pur risentendo delle crisi turca, si attesta attualmente sui 300–310 euro al quintale. Una posizione privilegiata rispetto a chi non sta marchiando".
Resta sul tappeto la perdita dovuta alla mancata produzione in ogni caso dovuta alla siccità, vero?
"Sì, certo, e in questo caso dovrebbe essere possibile per gli agricoltori assicurarsi, ma il nocciolo non ha storia dal punta di vista assicurativo, poiché fino ad oggi non si erano rilevati danni così ingenti e le compagnie di assicurazione alla fine non stipulano polizze danni per calamità naturali anche a fronte degli investimenti pure elevati fatti dagli agricoltori. Penso che da questo punto di vista sia necessario l’intervento di tutti, a cominciare dalle organizzazioni agricole per avvicinare le compagnie ai corilicoltori".