Sono infatti ben 41 i contratti di filiera firmati, che dovrebbero generare, stando alle rese medie di questi territori per il grano duro, mezzo milione di quintali di materia prima per la pasta secca alimentare nel solo 2017, coprendo oltre il 16,6 del fabbisogno dell’azienda.
E’ quanto emerge da un colloquio telefonico di oggi tra AgroNotizie e Vincenzo Divella, amministratore delegato dell'azienda di Rutigliano (Bari), la seconda industria della pasta in Italia.
Divella corrisponde agli agricoltori un prezzo minimo per il grano duro tra i 27 ed i 28 euro al quintale, a seconda degli areali di produzione (collina o pianura) e del tenore di proteine (13-14%). Mentre proprio oggi, la Borsa Merci della Camera di Commercio di Foggia quota il frumento duro fino (tenore di proteine maggiore di 11,5% ) tra i 21,5 ed i 22 euro al quintale.
Cavalier Divella, quanti contratti di filiera per il grano duro è riuscito a concludere tra la F.Divella Spa e gli stoccatori?
"Le dico subito, ad oggi, e il dato è ormai definitivo, i contratti di filiera conclusi da Divella sono 41 con altrettanti stoccatori, a cui fanno capo agricoltori per lo più stanziati in Puglia e Basilicata, mentre a titolo sperimentale prevedo acquisti anche in altre regioni, per lo più in Campania, Sicilia, Molise, Abruzzo e Umbria".
Quanti ettari sono stati effettivamente seminati a grano duro per Divella oggi?
"Secondo le dichiarazioni degli stoccatori siamo a circa 17mila ettari, pari a mezzo milione di quintali di materia prima attesa all’anno, stando alle rese medie del grano duro in questi areali. I contratti prevedono un impegno triennale, pertanto a questo punto Divella dispone di un milione e mezzo di quintali di frumento duro nel triennio 2017-2019".
Si tratta anche in questo caso di dati definitivi?
"No, perchè è possibile che gli stoccatori riescano a recuperare altre semine di qui ad un mese, perché ad oggi in Puglia e Basilicata mancano all’appello dal 15 al 20% dei campi investiti a frumento duro nello scorso anno, a causa di neve e gelo.
Le intense nevicate prima e le gelate poi hanno impedito materialmente ora l’accesso ai fondi per la semina e poi la loro stessa effettuazione. Il disgelo di questi ultimi giorni, la ripresa della praticabilità dei campi, potrebbe quindi consentire un incremento degli ettari seminati e dei quantitativi raccolti. Anche se le semine tardive comportano una minore resa per ettaro, vale la pena ricordare che occorre non perdere il treno dei contratti di filiera".
A convincere gli agricoltori a seminare a questo punto ci pensa il premio previsto dalla normativa nazionale sui contratti di filiera?
"Io credo che a convincere gli agricoltori a seminare in questo caso debba essere il prezzo: assicuriamo dai 27 ai 28 euro al quintale con questi contratti di filiera, in cambio di qualità. E credo che questo sia il futuro del prezzo del grano: tra i 28 ed i 30 euro. Perché solo prezzi che premiano il lavoro dei produttori agricoli assicurano all’industria qualità, vicinanza di approvvigionamento, riduzione dei costi. L’alternativa è l’importazione, la Divella con questi contratti di filiera copre oltre il 16,6% del proprio fabbisogno di grano duro, che è di 3 milioni di quintali, ma credo che verosimilmente si possa ancora crescere e molto in questa direzione, incoraggiando i nostri agricoltori".