Oggi su questa ed altre produzioni Letizia Marcenò, assieme alla sua famiglia, ha creato un'azienda denominata Cooperativa Valle dell'Oreto.
"Siamo i primi produttori in Italia di banane - spiega Marcenò - e tra i maggiori produttori di nespole. La nostra azienda si estende su circa dieci ettari all'interno della Conca d'Oro, la pianura sulla quale è adagiata la città di Palermo. Ma non ci basta e vogliamo convertire almeno altri dieci ettari, acquistando i terreni abbandonati adiacenti alla nostra azienda. Le nostre produzioni vengono commercializzate all'interno del punto vendita aziendale e attraverso la rete dei mercati Campagna Amica di Coldiretti".
Letizia Marcenò, della Cooperativa Valle dell'Oreto
(Fonte immagine: © Valle dell'Oreto)
Fin da subito le banane siciliane hanno avuto successo, ma coltivarle non è facile.
"All'inizio la nostra produzione di banane era più per uso "familiare", finchè non le ho portate al mercato di Villa Sperlinga, in occasione di Campagna Amica. La gente è letteralmente impazzita. Il grande interesse che hanno manifestato è stato per noi fonte di grande orgoglio e ispirazione.
Ma produrle non è facile. Ha bisogno di un ambiente e di un clima adeguato. Ad esempio nel dicembre 2014 la città di Palermo è stata ricoperta dalla neve, un caso eccezionale visto che da noi non nevica mai. Essendo piante esotiche e abituate a certi climi sub-tropicali il nostro lavoro è andato distrutto. Ma non ci siamo lasciati sopraffare dalla disperazione e siamo ripartiti.
Senza poi dimenticare le cure agronomiche appropriate. Ad esempio il pollone, cioè il ramo in cui cresce il casco, dopo la raccolta muore, a meno che non venga tagliato e ripiantato. Poi i frutti devono maturare ed anche in questo caso sono necessarie attività specifiche".
Impianto di banane presso l'azienda Valle Dell'Oreto a Palermo
(Fonte immagine: © Valle dell'Oreto)
Ma quali sono le principali caratteristiche delle banane siciliane?
"Ad oggi riusciamo a produrre circa cento tonnellate di frutti. Le varietà che noi coltiviamo appartengono a Musa capriciosa e Musa paradisiaca, e non a Musa acuminata a cui appartiene la varietà Cavendish. La prima è molto più lunga e tozza della Cavendish, mentre la seconda è più piccola e tondeggiante. Proprio quest'ultima è quella su cui puntiamo di più visto il bel colore giallo paglierino della buccia, la polpa carnosa, ed il suo sapore dolce ed aromatico, con retrogusto di cannella".
Un'azienda in crescita che vuole alzare l'asticella del proprio lavoro e raggiungere nuovi orizzonti. "La richiesta delle nostre banane - conclude Marcenò - è in crescita. Il nostro obiettivo sono le cinque mila piante. Oggi l'azzardo ha pagato e ne siamo molto contenti.
Le nostre banane non sono trattate con sostanze di sintesi, vengono irrigate con tanta acqua e concimate con sostanza organica e prodotti biologici a base di alghe. Il clima è sicuramente uno dei grandi problemi per questa coltivazione, perchè le piante ne risentono molto. L'area del palermitano però è ideale. Stiamo studiando nuove iniziative per incrementare l'interesse intorno alla nostra produzione. In quest'ottica presenteremo a breve un marchio, ma è ancora top secret".