E' assolutamente irricevibile la proposta dei trasformatori di pagare il pomodoro 75 euro/t, quasi 15 euro in meno rispetto alla campagna dello scorso anno, si legge in una nota di Cia Ferrara. Una quotazione al ribasso che, secondo gli industriali, sarebbe giustificata dagli stock di prodotto ancora nei magazzini e dunque a problemi di commercializzazione. Ma, secondo l’associazione ferrarese, non solo non è possibile accettare un prezzo così basso ma queste difficoltà di filiera e il ritardo nella determinazione del prezzo – che gli altri anni era già fissato in questo periodo – mettono in grave difficoltà i produttori che si trovano a dover fare scelte colturali letteralmente alla cieca.
"La trattativa rischia di penalizzare fortemente i produttori – spiega Sergio Vassalli, coordinatore dei giovani agricoltori Cia e produttore di pomodoro nel mesolano –. Siamo preoccupati perché la trattativa sul prezzo non sta solo bloccando l’intera filiera ma la programmazione necessaria alle aziende per pianificare gli investimenti a pomodoro. Siamo quasi a marzo e ancora non sappiamo se produrre pomodoro ci darà un reddito, perché l’industria di trasformazione sta scaricando su di noi l’intero rischio di impresa, anziché distribuire il valore in maniera più equa. Non si può, inoltre, giocare sempre al ribasso, puntando ad esempio sulla manodopera sottocosto, perché il rischio è un sistema produttivo non virtuoso che utilizza forme di lavoro non eticamente corrette, favorendo il caporalato. Noi produttori chiediamo, dunque, che venga stipulato un accordo pluriennale con l’industria di trasformazione che definisca con coerenza le superfici da investire a pomodoro, in base anche alle richieste di mercato e un prezzo che riesca a garantire la copertura degli investimenti e una redditualità meno incerta per un comparto così strategico per l’agricoltura ferrarese".
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Fonte: Cia Ferrara