Le plastiche biodegradabili a base di amido di mais, il cui utilizzo è oggi consentito anche per produzioni biologiche, presentano indubbi vantaggi in ambito gestionale, in quanto, andando incontro alla biodegradazione tramite batteri, non necessitano di alcun tipo di smaltimento, al contrario indispensabile per le plastiche di tipo tradizionale. In più presentano un deciso minor impatto ambientale, grazie al fatto di essere prodotte con sostanze naturali.
Le prove dimostrative realizzate (per le quali è stata coinvolta anche Astra) hanno, poi, evidenziato che tali plastiche presentano buone caratteristiche in termini di elasticità, anche con spessori sottili e buoni risultati nel portare a termine la propria funzione pacciamatrice (rivolta in particolare al contenimento delle malerbe nelle prime fasi di sviluppo delle colture). Le sperimentazioni sono state condotte e verificate su melanzana (in serra e in campo), melone, pomodoro da mensa e industria: su altre specie, ad esempio la lattuga, necessitano ulteriori verifiche dei risultati. In termini di costi, infine, l’utilizzo delle plastiche biodegradabili comporta per gli agricoltori costi comparabili rispetto a quelli dei prodotti tradizionali. Esempi di applicazione di questi materiali in orticoltura sono presenti in altri Paesi vicini all’Italia quali ad esempio la Spagna.
L’incontro tecnico, quindi, si pone l’obiettivo di presentare l’opportunità di utilizzare questi nuovi materiali, anche alla luce dei dati delle prove effettuate sul territorio emiliano-romagnolo. Il programma dell’evento prevede, dopo l’introduzione di Roberto Bertoni (assessorato Attività produttive e Agricoltura della Provincia di Modena) e il coordinamento di Vanni Tisselli (Crpv), le relazioni di Marco Cestaro (Regione Emilia-Romagna), Manuela Impallari (Novamont) e Paolo Pasotti (Astra).
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Fonte: Crpv