Non c'è nessun accordo internazionale che definisca o quantifichi cosa s'intende per "basso livello", quindi l'interpretazione varia da Paese a Paese.
Nella prima indagine di questo tipo, hanno risposto alla domanda su cosa intendere per bassi livelli di colture Ogm negli alimenti e nei mangimi destinati al commercio internazionale, 75 Paesi su 193 membri della Fao. I risultati dell'indagine saranno discussi nell'ambito di una consultazione tecnica organizzata dalla Fao, che si terrà a Roma il 20 e 21 marzo, per esaminare la portata dei blocchi commerciali causati da spedizioni contaminate. Nell'incontro si discuterà delle questioni commerciali legate a bassi livelli Gm nelle colture, ma non verrà affrontata la questione dei pro e dei contro degli Ogm.
L'indagine ha rivelato:
• I Paesi intervistati hanno riferito di 198 casi tra il 2002 e il 2012 di bassi livelli di colture geneticamente modificate mescolati a colture non geneticamente modificate.
• Tra il 2009 e il 2012 c'è stato un brusco aumento di casi, quando ne sono stati segnalati 138 su 198 riscontrati.
• Le spedizioni con bassi livelli di colture Gm sono provenute principalmente dagli Stati Uniti, dal Canada e dalla Cina, anche se altri Paesi, anche accidentalmente, hanno spedito tali colture.
• Una volta individuate, la maggior parte delle spedizioni sono state distrutte o restituite al Paese esportatore.
• Il maggior numero d'incidenti a livello commerciale ha interessato i semi di lino, il riso, il mais e la papaia.
"Il numero di blocchi delle esportazioni è relativamente basso rispetto ai milioni di tonnellate di alimenti e mangimi scambiati ogni giorno", ha detto Renata Clarke, esperta senior della Fao per la sicurezza degli alimenti, responsabile dell'indagine. "Ma poiché i blocchi degli scambi possono essere molto costosi e dato l'aumento riportato di tali casi, la Fao ha condotto questa indagine e terrà una consultazione tecnica per cercare di avviare un dialogo tra i Paesi su questi temi. Siamo stati sorpresi nel riscontrare casi in ogni regione - ha continuato -. Sembrerebbe che più test vengono fatti, più casi vengono trovati". "Anche se la tecnologia di monitoraggio è adesso più sensibile, vorrei far notare che 37 Paesi su 75 hanno risposto che hanno scarsa o nessuna capacità di individuare gli Ogm: non hanno i laboratori, i tecnici, e le attrezzature per farlo. Molti Stati hanno chiesto alla Fao di contribuire a migliorare la loro capacità di individuare gli Ogm".
"Nel corso dell'indagine i Paesi ci hanno anche chiesto di aiutarli a valutare se le colture Gm sono sicure o no, per questo vorremmo che i Paesi condividessero tutte le scoperte scientifiche che hanno sul tema. A questo fine, la Fao ha istituito una Piattaforma alimenti Gm, una pagina web dove i Paesi possono condividere le informazioni sulla valutazione della sicurezza".
Si può accedere alla piattaforma QUI
Leggi l'approfondimento
© AgroNotizie - riproduzione riservata
Fonte: Fao