“E’ una bomba ad orologeria – dice senza giri di parole Priamo Picci, il presidente di Arpos, la cooperativa che riunisce quasi tutti i produttori sardi di carciofi -, in un’annata disastrosa come questa non possiamo permetterci il lusso di pagare il gasolio a prezzo pieno. Per assegnare il gasolio agricolo si utilizzano dei parametri inadeguati che non rispondono alla realtà. Ad essere penalizzati sono soprattutto i produttori di carciofi e ortive a cui viene assegnato il 50 per cento di gasolio in meno rispetto a quello realmente consumato. Di questo passo siamo costretti a lasciare le terre incolte”.
Come se non bastasse è stata stravolta la modalità di richiesta di presentazione delle agevolazioni di gasolio. La Regione autonoma di Sardegna ha messo in piedi un sistema articolato che moltiplica i tempi di lavorazione delle singole domande. Secondo una stima di Coldiretti Sardegna, l’operatore del Centro di assistenza agricola delle organizzazioni agricole quest’anno impiega oltre un’ora per gestirla anziché 10 minuti come negli anni scorsi.
“La burocrazia sta praticamente soffocando l’agricoltura – dice il direttore di Coldiretti Cagliari, Vito Tizzano -: da una parte non si adeguano le tabelle alle particolari esigenze delle diverse colture (soprattutto per le carciofaie e le ortive) e dall’altra si allungano i tempi con complesse procedure che non portano alcun beneficio. Abbiamo realizzato degli studi sulle quantità di gasolio necessarie per le singole colture in cui si dimostra che le attuali tabelle sono inadeguate. La Regione non può continuare a fare da spettatore ad una situazione al limite, deve essere più reattiva e rispondere alle richieste legittime degli agricoltori”.