Il crollo in Francia nel 2014 è stato di quasi il 25% rispetto all’anno precedente. Anche se, va riconosciuto, il 2013 fu per i cugini d’Oltralpe un anno di indubbio exploit, con 38.370 trattori immatricolati in tutte le categorie e un’accelerazione vicina all’11% sul 2012.
Nel 2014, invece, registrazioni ferme a 28.905, con una riduzione vicina alle 9.500 unità. Una débâcle, per dirla alla Émile Zola, che solo l’eccezionalità delle immatricolazioni nel 2013 rende meno scottante., come puntualizza anche il magazine La France Agricole.
Dicembre è stato un mese particolarmente negativo, con appena 4.983 trattori immatricolati, oltre il 28% in meno rispetto allo stesso periodo del 2013, quando invece vennero registrati poco meno di 7mila trattrici. E a soffrire maggiormente, in quest’ultimo mese del 2014, sono stati i trattori convenzionali, che hanno perso su base tendenziale addirittura il 31,2 per cento. Vale a dire oltre tre punti percentuali in più rispetto all’andamento preoccupante di tutti i 12 mesi del 2014.
Logicamente, la fascia di potenza ha inciso nelle performance (negative). La categoria compresa fra i 100 e i 149 cavalli costituisce lo zoccolo duro delle immatricolazioni: nel 2014 10.875 unità, con una frenata del 27% sul 2013. Nulla a confronto con il -37% delle trattrici di fascia compresa fra i 50 e i 99 cavalli e il -32% delle vendite dei trattori fra i 150 e i 199 cavalli di potenza.
Altro scenario, invece, per le trattrici specializzate. I mezzi destinati alle lavorazioni fra vigneti e frutteti sembrano non soffrire e nella disfatta generale al contrario registrano un incremento, rispettivamente del 5,7% e del 6,7%. E a sottolineare il boom dei lavori nei vigneti e in viticoltura ci ha pensato la Federazione nazionale francese dei contoterzisti, guidata da Gérard Napia.
A soffrire maggiormente, con riferimento alle aree geografiche, i distretti di Eure-et-Loir, Gers e il Loiret, che subiscono nel 2014 contrazioni rispettivamente del 42,1%, 42% e 49,1 per cento. Mentre la zona di Aveyron e Finistère perdono l’1,4% e il 9,3 per cento. Le zone dove è più forte la presenza dei cereali sono quelle che fanno i conti con i tagli maggiori, mentre dove la presenza dell’allevamento è significativa si registra una tenuta superiore, così come nelle regioni dove vigneti e frutteti rappresentano il punto di forza del sistema agricolo francese.
Un’analisi lucida dello scenario l’ha fatta nell’editoriale di dicembre della rivista nazionale dedicata alle imprese agromeccaniche proprio il presidente dei contoterzisti, Gérard Napia. “Il prezzo di nuovi macchinari agricoli non può continuare ad aumentare, come ha fatto per molti anni – ha ammonito -. Quando gli imprenditori puntano ad acquistare attrezzature usate è un segnale d’allarme che deve essere ascoltato”.