Il rinnovo delle cariche sociali e alcuni importanti adeguamenti statutari sono i principali punti all’ordine del giorno dell’assemblea di Abia, l’associazione bergamasca dei contoterzisti agrari, in programma la prossima domenica 9 marzo a Cologno al Serio (Bergamo), alle 10.00, in località Muratella. L’incontro offrirà l’occasione per una ricognizione sull’andamento dell’agricoltura bergamasca nel 2013 e sulle prospettive per l’anno in corso. “Voteremo una serie di modifiche statutarie finalizzate a sancire formalmente l’estensione della rappresentanza di Abia a tutti gli operatori del mondo agricolo – spiega il numero uno di Abia-Confai, Leonardo Bolis –, secondo i dettami dello statuto della Confederazione nazionale degli agromeccanici e agricoltori italiani, cui Abia aderisce. Per questo la nostra associazione assumerà definitivamente la denominazione di Confai Bergamo. In questo modo sarà potenziata la sinergia tra imprenditori agromeccanici e imprenditori agricoli all’interno dell’organizzazione”.

Tra i temi oggetto del dibattito assembleare vi sarà la questione dell’accesso delle imprese agromeccaniche alle misure per lo sviluppo rurale: l’associazione auspica che questa opportunità si concretizzi soprattutto nella partecipazione a interventi in favore della meccanizzazione agricola. Dall’esame del testo del recente regolamento Ue per l’agricoltura, emergerebbe per gli agromeccanici la possibilità di beneficiare fin d’ora di alcuni interventi del Piano di sviluppo rurale, con particolare riferimento alle misure per la formazione, per la cooperazione di filiera e per la creazione di imprese extra agricole nei territori rurali. I contoterzisti bergamaschi chiedono al ministero delle Politiche agricole che si faccia qualche passo avanti anche sul piano nazionale. “Pur valutando positivamente queste opportunità, peraltro ancora da confermare – dichiara Bolis -, riteniamo che non si possa ora perdere l’occasione per un più pieno riconoscimento del ruolo del contoterzismo nel settore primario. Non riteniamo corretto che l’ingresso degli agromeccanici italiani nella politica agricola europea e nazionale avvenga attraverso la 'porta di servizio' e in modo del tutto marginale, mentre la stessa Unione europea ha da tempo classificato l’attività agromeccanica con il codice europeo Ateco 2007, che designa le attività di carattere agricolo”.

Più ottimistiche le prospettive sul fronte regionale. “L’amministrazione regionale lombarda ha riconosciuto da tempo il ruolo delle imprese agromeccaniche in agricoltura – fa notare Enzo Cattaneo, direttore di Abia-Confai – ed è ora schierata a fianco delle nostre imprese per  l’ottenimento di strumenti giuridici e di politica agraria che possano rendere ancora più efficace l’apporto della categoria al settore primario”.
In Lombardia alle imprese agromeccaniche è consentito di realizzare su terreni agricoli le strutture necessarie allo svolgimento del proprio lavoro. “Si tratta di una misura improntata ad equità – osserva Cattaneo -, che va nella direzione di un giusto riconoscimento del ruolo agricolo svolto dalle imprese agromeccaniche. Tale funzione è peraltro stata ribadita con l’istituzione dalla giunta regionale dell’Albo delle imprese agromeccaniche”.