In Italia c'è una costante contrazione dei piccoli e medi imprenditori e, sempre più spesso, i produttori agricoli ricorrono ad un’agricoltura in outsourcing, fondata sul ricorso ai servizi agromeccanici specialistici. "La nostra azione concertata e coordinata - dichiarano Confai e Unima - si svilupperà anche attraverso Enama, l’Ente nazionale di meccanizzazione agricola: in quella sede il Coordinamento agromeccanici italiani si confronterà con le istituzioni e le associazioni agricole proponendo soluzioni razionali per il sistema produttivo agricolo”. Il neonato Coordinamento agromeccanici italiani rafforzerà l’azione già condotta da entrambe le associazioni per vedere riconosciuto il diritto dei contoterzisti che operano in agricoltura quali protagonisti nei processi del sistema e alle misure per lo sviluppo rurale, anche attraverso un sistema integrato della filiera produttiva. “Il comune intento – sottolineano Ramadori e Bolis – è quello di scongiurare il pericolo di ‘disimpegno’ dei fondi Ue destinati all’agricoltura italiana, che purtroppo numerose amministrazioni regionali riescono ad assegnare solo in parte ad agricoltori e coltivatori diretti”.
E' previsto un rafforzamento dell’impegno all’interno di Unicaa, il Centro di assistenza agricola, a cui si rivolge la quasi totalità delle imprese agromeccaniche, oltre che un’azione comune per la promozione di un’agricoltura sempre più ecosostenibile e tecnologicamente avanzata. Tra gli obiettivi dell’accordo si segnala la volontà di uniformare la propria linea d’azione in materia di definizione del Contratto collettivo nazionale di lavoro (Ccnl) dei dipendenti delle imprese agromeccaniche.
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Fonte: Confai