"Il decreto ministeriale correttivo delle norme sul Sistri, il sistema di tracciamento digitale integrato del ciclo dei rifiuti, corre il rischio di essere anticostituzionale e di violare la libertà dei cittadini di associarsi liberamente, sancita dalla Costituzione italiana all'articolo 18. Se così fosse, saremo pronti a fare ricorso in tutte le sedi opportune". E' questa la linea del presidente di Confai, Leonardo Bolis, sull'attuale bozza del decreto, così come è stata redatta dai tecnici del ministero dell'Ambiente e ora al vaglio del Consiglio di Stato per la valutazione dei profili di compatibilità normativa.

Da parte di Confai, nessuna contrarietà al Sistri e al monitoraggio dello smaltimento dei rifiuti, anche se la Confederazione Agromeccanici riteneva più opportuno che il nuovo sistema di controllo prendesse avvio col gennaio 2011, per consentire agli operatori coinvolti di interfacciarsi con maggiore dimestichezza alle procedure.

"L'aspetto del decreto che, secondo le nostre valutazioni, deve essere rivisto – spiega il coordinatore nazionale di Confai, Sandro Cappellini – riguarda la definizione di 'associazioni imprenditoriali rappresentative sul piano nazionale'".

Il decreto, infatti, prevede che "…i soggetti la cui produzione annua non eccede le quattro tonnellate di rifiuti non pericolosi, ivi compresi gli imprenditori agricoli (…), possono adempiere agli obblighi di cui al presente decreto tramite le organizzazioni di categoria rappresentative sul piano nazionale e loro articolazioni territoriali (…)".

Ebbene, spiega Cappellini, la bozza del decreto indica come associazioni imprenditoriali rappresentative sul piano nazionale quelle "associazioni imprenditoriali presenti nel Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro (Cnel)".

Confai ne risulterebbe dunque esclusa, non essendo iscritta al Cnel. "Se non si riconoscono organizzazioni come Confai e le sue associazioni provinciali aderenti, che operano sul territorio in alcuni casi anche da più di 70 anni e hanno rapporti consolidati con diversi enti istituzionali – spiega Cappellini – significa di fatto eliminare le imprese di meccanizzazione agricola, obbligando i nostri associati a rivolgersi ad altre organizzazioni non rappresentative della categoria. La conseguenza di questa deliberata discriminazione nei confronti di tutte le realtà non iscritte al Cnel quale sarà? Inevitabilmente concorrenza sleale, elusione e, alla luce degli obiettivi del Sistri, il rischio che si verifichino maggiori incidenti ambientali".

Un altro aspetto penalizzante per le imprese di meccanizzazione agricola è di natura economica. La bozza del decreto, infatti, esclude i contoterzisti a titolo professionale dalle agevolazioni tariffarie, "spalancando le porte all'ormai cronica concorrenza sleale fra imprenditori agricoli che si improvvisano contoterzisti e le vere imprese agromeccaniche tutelate dalla nostra organizzazione".

I vertici di Confai chiedono dunque di eliminare un errore così grossolano dalla versione definitiva del decreto.