Ricevuta in audizione dalla Commissione Agricoltura pressoché al completo della Camera, una delegazione di Unima, l'Unione nazionale imprese di meccanizzazione agricola, guidata dal suo presidente Aproniano Tassinari, ha sottoposto all'attenzione dei deputati membri e del presidente Paolo Russo la bozza di un disegno di legge mirato alla soluzione dell'annoso problema della qualificazione degli agromeccanici italiani attraverso un allineamento della normativa nazionale, attualmente ferma alla sommaria definizione dell'attività agromeccanica data dal D. Lgs. 99 del 2004, a quella prevalente negli altri paesi membri dell'Unione Europea dove, con le eccezioni di Slovacchia e Polonia, già esistono norme qualificanti e a tutela della categoria.
Il DL, elaborato da Unima coniugando le necessità delle aziende che ne costituiscono la base associativa con i principi cardine del quadro normativo nazionale e comunitario, si pone come obiettivo quello di combinare la qualificazione professionale di addetti e aziende, volta a garantire maggiore sicurezza e tutela dei lavoratori, con una certificazione su base volontaria per le imprese agromeccaniche in possesso dei requisiti richiesti, che permetta di assicurare tracciabilità e garanzia dei servizi.
"La necessità di garantire la professionalità delle prestazioni – ha dichiarato il presidente di Unima, Aproniano Tassinari - risulta particolarmente importante in ambito di salute pubblica e ambiente, tenuto conto che competenze specifiche sono fondamentali in settori come la distribuzione dei fertilizzanti e dei prodotti fitosanitari, le sistemazioni del terreno con il relativo impatto sul sistema idrogeologico e lo stoccaggio dei prodotti. Per questo riteniamo sia indispensabile l'introduzione di una qualificazione che includa alcuni requisiti indispensabili, tra i quali una soglia minima di eccellenza tecnica e professionale derivata da un appropriato percorso formativo e un'elevata compatibilità ambientale dei servizi offerti".
La capacità di offrire lavorazioni in perfetta sicurezza e minimizzando al massimo l'impatto ambientale diviene nella proposta presentata da Unima un elemento fondamentale per la qualificazione professionale degli agromeccanici.
Oltre a risolvere senza alcun gravame economico il problema fortemente sentito dalla categoria e più volte segnalato da Unima, il recepimento della proposta porterebbe l'Italia a divenire di fatto uno dei promotori di una normativa comunitaria che qualifichi il comparto agromeccanico in maniera omogenea, superando le differenze all'interno dei diversi paesi Ue.
La reazione dei membri della Commissione alla proposta è stata estremamente positiva; numerosi deputati presenti hanno dichiarato di condividere molti degli aspetti della proposta di Unima, che sarà quanto prima approfondita a partire da un'attenta rilettura del testo consegnato.
"Alla politica ed alle istituzioni – ha concluso Tassinari – chiediamo di assumersi il compito di definire delle regole, anche minime e semplici, all'interno delle quali, forti delle loro capacità e talenti, si confronteranno le imprese. La strada della qualificazione professionale rappresenta una scommessa, ma anche un lungimirante investimento in trasparenza e professionalità che identifichi e valorizzi il ruolo di un 'agromeccanico professionale' rispetto al comparto agricolo e ai consumatori tutti".
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Fonte: Unima