Quando si parla di fenagione, ormai, c'è il sospetto che Kuhn possa apparire perfino nel dizionario dei suoi sinonimi. Da sempre azienda leader del segmento, Kuhn ha recentemente arricchito le proprie gamme con l'acquisizione delle attività collegate allo stabilimento olandese di Geldrop, già conosciuto da molti come sede di produzione delle rotoimballatrici e delle Big Balers di Vicon.  L'offerta del marchio di Saverne si arricchisce così di linee importanti, che completano in modo funzionale il portfolio dedicato alla fienagione. Tra i differenti modelli prodotti a Geldrop merita una segnalazione la nuova Kuhn i-BIO, la quale combina la produzione della balla con la sua fasciatura. Il peso appare molto contenuto: con i suoi 35 q la i-Bio pesa circa un terzo in meno di altre macchine dedicate alla sola rotoimballatura.  Ciò rende la i-Bio una macchina particolarmente adatta per le aziende che insistano su aree umide o che debbano operare su campi in pendenza. Non a caso l'arco alpino, a partire dall'Austria, si è già rivelato un terreno da gioco molto fertile per la i-Bio. L'Italia, per la propria conformazione orografica, come pure per la dimensione media delle aziende agricolo-zootecniche,  è quindi un Paese dove la Kuhn ha le carte in regola per coprire le esigenze di un numero molto elevato di clienti finali. L'unica pecca della i-Bio, rispetto alla combinazione rotoimballatrice-fasciatrice, risiede nella minor efficienza, perché si deve attendere che abbia finito di fasciare una balla prima di iniziare a produrre la successiva. Ma questa, rispetto ai vantaggi, appare pecca di poco conto per i potenziali clienti i-Bio: la sua duttilità e flessibilità d'impiego la rendono macchina altamente appetibile per un'ampia porzione del nostro territorio nazionale.

 

La i-Bio filmata durante la fase di fasciatura