Così il ministro delle Politiche agricole, Luca Zaia, nel corso dell’assemblea generale di Confai a Roma. "Senza di voi – ha proseguito il Zaia – l’agricoltura non sarebbe così evoluta e sicura, con un’ossatura di 1,7 milioni di aziende agricole e 60 miliardi di euro di valore dell’agroalimentare". "Non sono solito promettere cose che non posso mantenere - ha detto Zaia-, ma credo sia fondamentale fare le giuste pressioni, anche sul ministero dell’Economia e poi lasciare la libertà ad ogni azienda di decidere".
L’ingresso e l’inquadramento delle imprese agromeccaniche all’interno del mondo agricolo è il tasto sul quale da più tempo Confai spinge. Una posizione per la quale il presidente della Confederazione agromeccanici, Leonardo Bolis, ribadisce "la necessità e l’urgenza, tenuto conto della situazione di crisi del comparto".
La linea della libertà di scelta per ogni impresa di meccanizzazione agricola – rilanciata dal ministro Zaia – è in sintonia con quanto chiede Confai. "La domanda di concedere la libera scelta è stata depositata al ministero – annuncia il coordinatore nazionale di Confai, Sandro Cappellini -. Ma siamo convinti che al momento della scelta molti sceglieranno di stare con il mondo agricolo".
Bolis chiede a Zaia di mettere a disposizione per i contoterzisti fondi specifici per l’acquisto di macchine operatrici ed attrezzature, e di sollecitare le Regioni a ripristinare le agevolazioni previste dalla Legge Sabatini. L’ingresso dell’impresa di meccanizzazione agricola nel mondo agricolo "consentirebbe, con un impegno di spesa di appena 800mila euro, agli stessi agricoltori di ridurre i costi di gestione delle aziende e ai contoterzisti di cessare di essere le banche dell’agricoltura, dal momento che siamo costretti ad anticipare le spese ed attendere mesi prima di ottenere il pagamento da parte delle imprese agricole".
Lo scenario attuale, secondo Bolis, "è preoccupante: gli imprenditori agromeccanici hanno ridotto gli investimenti in nuove tecnologie: da gennaio 2008 a gennaio 2009 le immatricolazioni di trattrici agricole è diminuito dell’11,5%, mentre mietritrebbie e rimorchi sono calati del 53,5% e del 21%. E se le imprese smettono di investire diminuiscono il reddito, la competitività, la sicurezza".
Un quadro aggravato anche "dall’andamento schizofrenico delle commodities agricole nel 2008, dal mercato in contrazione, dal costo dei carburanti che non si è ridotto nonostante la frenata del greggio, dall’esposizione delle imprese nei confronti degli agricoltori che ritardano nei pagamenti, dalla Direttiva nitrati, dalla mancanza di provvedimenti di ammodernamento del settore attraverso la rottamazione delle macchine agricole, dall’incognita delle agroenergie, che se non gestite in maniera lungimirante potrebbero dare avvio ad ulteriori effetti speculativi".
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