Il mercato trattori di nuovo in contrazione. E forte anche. Aprile chiude infatti con un calo che sfiora il 12 per cento portando la chiusura del trimestre a sfondare quota meno quattro. Crollano i campo aperto e gli specializzati, contengono i danni gli isodiametri e sono in stallo i cingolati.
Sembrava fatta e invece non lo era. La chiusura dei primi tre mesi dell'anno con un meno uno per cento rispetto allo stesso periodo del 2008 faceva sperare in un allentamento della crisi. Aprile però ha ribaltato tali previsioni chiudendo con un meno 11 e sette per cento che porta a un calo sull'anno solare di poco superiore al quattro per cento. Il comparto è quindi ancora nella bufera anche se quest'ultima non colpisce tutti i segmenti e tutti i marchi nella stessa maniera.
A livello di segmenti si registra infatti una pesante flessione delle macchine da campo aperto, una contrazione superiore al 13 per cento, e più o meno sulla stessa percentuale di calo, meno 12 e sette per cento, viaggiano gli specialistici. Si salvano, nel senso che calano solo di un quattro per cento circa, gli isodiametrici e tengono i cingolati, fermi sui volumi 2008. Una situazione poco simpatica che trova conforto solo nell'analisi dell'anno mobile, al momento positivo per circa 320 unità. Basterebbe però che anche maggio desse gli stessi risultati di aprile, e qui si scommette che molti operatori staranno andando a fare gli scongiuri toccandosi là dove è peccato, per portare in negativo anche l'anno mobile aprendo così le porte a una fase negativa consolidata che sembra pesare soprattutto sui marchi nazionali.
Gli “stranieri” guadagnano in effetti quasi tutti, con John Deere che cresce di quasi 130 unità, Kubota di quasi 80, Claas di una cinquantina di macchine e Valtra di dieci, volume contenuto ma che se confrontato con l'analogo dato 2008 dà luogo a una crescita del 125 per cento.
In calo, fra gli stranieri, solo Fendt e Massey Ferguson e in calo anche New Holland, che chiude con 12 macchine in meno portando in negativo il Gruppo nonostante la tenuta di Case Ih. Da notare che la situazione per New Holland sarebbe più grave se i suoi volumi non continuassero a essere sostenuti dalle immatricolazioni di vecchie macchine siglate Fiat, Ford e Agrifull, una realtà che probabilmente vale anche per altri costruttori, ma che nel caso specifico è lampante visto che i vecchi trattori hanno marchi diversi da quello attuale.
Un bel filtro sui dati per eliminare tali distonie non sarebbe male, esattamente come gioverebbe l'eliminazione dei trattori immatricolati in Italia ma dirottati sui mercati esteri. Probabilmente cambierebbe poco o nulla a livello di posizioni di mercato, ma almeno si avrebbe un'idea più precisa degli andamenti commerciali che, com'è noto, sono offuscati anche dalle vendite dei mezzi non immatricolati e dai ritardi delle immatricolazioni.
Tornando ai marchi fra gli specializzati è da segnalare il calo di Goldoni e quelli meno pronunciati di Antonio Carraro e Pasquali, lo stallo di Ferrari e Bcs e il buon andamento di Valpadana. Fra i generalisti sono invece confermati i brutti momenti di Landini, che però sembra stia risalendo la china, e del gruppo Same Deutz-Fahr, con Same e Lamborghini che accusano in misura sensibile i già citati ritardi delle immatricolazioni.
In chiusura un plauso a Challenger che sorprende il comparto con un aumento di tre unità. Numericamente non sono molte, ma se si pensa ai valori in gioco c'è sicuramente chi farebbe carte false per avere i marmottoni gialli nel proprio listino.
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(vedi on line, in alto a destra)
Tratto da Macchine Trattori - Maggio 2009
in collaborazione con Editoriale Orsa Maggiore
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Fonte: Orsa Maggiore Edizioni