Il tessuto rurale e quello urbano sono in Italia spesso intrecciati, con i campi coltivati che si inseriscono nelle aree residenziali. In questi luoghi promiscui, capita spesso che privati cittadini percorrano a piedi o in bicicletta le strade bianche o che si avventurino nei campi, spesso prati stabili, magari con animali domestici al seguito.

 

Capita anche sempre più spesso che, spinti dalla voglia di conoscere il mondo dell'agricoltura, intere famiglie entrino nelle aziende agricole, per vedere le attrezzature e gli animali da cortile o le vacche in stalla. Si tratta di comportamenti comprensibili, ma che possono causare danno all'agricoltore. Sia diretto, attraverso il calpestìo di una coltura, che indiretto, nel caso in cui un visitatore si faccia male.

 

Per comprendere le responsabilità e i diritti dell'agricoltore abbiamo chiesto consiglio a Stefania Avoni, avvocato che collabora con ConsulenzaAgricola.it. "Un campo agricolo è a tutti gli effetti una proprietà privata", chiarisce l'avvocato Stefania Avoni. "Come per un giardino, nessuno può entrarvi senza il consenso del proprietario".

 

Anche i prati stabili, che spesso sembrano inutilizzati, sono a tutti gli effetti colture agricole. Dunque, il passaggio non autorizzato può causare danni e il proprietario ha diritto a richiedere il risarcimento, anche se individuare gli eventuali colpevoli è tutt'altro che semplice.

 

Particolarmente problematico è il caso dei cani lasciati liberi. Se un animale danneggia una coltura o disturba il bestiame, il proprietario del cane è responsabile. "I danni possono essere richiesti anche se la coltura è solo calpestata, e possono essere stimati secondo il valore di mercato della coltura al momento del danno", aggiunge Stefania Avoni.

 

In punta di diritto, l'agricoltore può tutelare il proprio bene attraverso recinzioni (anche elettrificate, purché a bassissimo voltaggio) ben visibili ed opportunamente segnalate o anche facendo uso di repellenti acustici in grado di emettere onde sonore e vibrazioni che servono ad allontanare gli animali selvatici o i cani, purché nel rispetto dei limiti consentiti dalla legge.

 

Costituisce invece reato lasciare sul terreno dei bocconi avvelenati o utilizzare trappole, lacci e tagliole che sono atte a cagionare lesioni gravi o la morte dell'animale e, in ogni caso, si tratterebbe di soluzioni non condivisibili, che rischierebbero per di più di peggiorare la reputazione dell'intero settore agricolo, oggi percepito come chiuso e poco attento al benessere degli animali e alla sostenibilità ambientale.

 

Diverso è il caso delle strade vicinali ad uso pubblico, di cui parleremo in un altro articolo. Si tratta di strade private, ma che vengono usate da lungo tempo dalla collettività, tanto da essere divenute ad uso pubblico. "In questo caso l'accesso è lecito, anche per i cani al guinzaglio, e spesso queste strade sono persino inserite nella toponomastica comunale", spiega l'avvocato.

 

Un agricoltore non può impedire il passaggio su una strada vicinale ad uso pubblico. Tuttavia, se il cane o il padrone sconfinano nei campi adiacenti, tornano a valere le regole della proprietà privata. Ed è vietato installare recinzioni o barriere che impediscano l'accesso a queste strade se esse sono riconosciute come di interesse pubblico.

 

Curiosi in azienda: chi rischia cosa?

Quando un privato cittadino entra in un'azienda agricola, magari con bambini al seguito, può inconsapevolmente esporsi a rischi: attrezzature, animali, fossi e impianti di vario genere sono tutti elementi potenzialmente pericolosi. E in caso di incidente, la responsabilità ricade sull'agricoltore.

 

"Se il proprietario dell'azienda agricola non segnala il divieto di accesso, e non impedisce fisicamente l'ingresso, si presume che abbia tollerato la presenza di terzi", afferma Stefania Avoni. "E in questo caso scatta la responsabilità per danni da cose in custodia".

 

Il consiglio è dunque quello di delimitare chiaramente le proprietà, installare cartelli di divieto di accesso e, se possibile, dissuadere con gentilezza l'ingresso non autorizzato. In alternativa, si può valutare l'apertura dell'azienda al pubblico in modo regolamentato, con assicurazione e percorsi sicuri, trasformando un potenziale problema in un'opportunità.

 

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