In controtendenza rispetto al resto dell'economia nazionale, nel 2022 il valore aggiunto del settore agricoltura, silvicoltura e pesca è calato, in termini reali, dell'1,8%: l'ha comunicato l'Istat, con una nota emanata il 12 giugno scorso, che detta tutti i numeri della crisi determinatasi nello scorso anno.

 

Valore aggiunto in calo

In termini di valore aggiunto tali risultati sono determinati dal Nord Ovest che perde il 7,6%, il Sud il 2,9%, le Isole l'1,9%, il Centro che segna un valore positivo (+0,5%) e il Nord Est con un buon incremento (+2%).

 

In particolare, il settore agricolo in senso stretto ha conseguito nel 2022 un valore aggiunto a valori correnti pari a 34 miliardi e 430 milioni di euro, in calo in volumi dell'1,7% sul 2021, con un incremento medio dei prezzi di vendita del 10,7% ed un aumento del valore reale dell'8,8%. L'erosione del valore aggiunto è stata quindi dovuta agli aumenti dei costi, legati al lievitare dei prezzi di materie prime, sementi e mezzi tecnici.

 

Diminuzione della produzione

Secondo l'Ente statistico nazionale è in flessione anche il volume della produzione del settore agricoltura, silvicoltura e pesca  (-1,5%). Tale ultimo risultato è dovuto ad un consistente calo del volume della produzione nelle aree del Nord Ovest e del Sud (rispettivamente -3,5% e -3%), un calo di minore entità nelle Isole (-1,4%), volumi invariati al Centro e una lieve crescita nel Nord Est (+0,7%).

 

L'agricoltura in senso stretto nel 2022 ha raggiunto i 70 miliardi e 390 milioni di euro di valore della produzione, sulla quale ha inciso negativamente una diminuzione dei volumi dell'1,4%, pure a fronte di un incremento dei prezzi pari al +17,7% e del valore della produzione del 16,1%.

 

Siccità e inflazione tra le cause della crisi

Tra le cause di questo andamento economico negativo, vi sono le riduzioni di produzione legate alle avverse condizioni meteo, siccità in primis, e all'aumento dei prezzi dei fattori di produzione (+25,3%), che si è rivelato maggiore degli incrementi di prezzo delle produzioni agricole (+17,7%). Inoltre è da tenere in conto l'applicazione del deflattore per il valore aggiunto, calcolato a prezzi costanti.

 

Andamenti negativi per quasi tutte le coltivazioni

Istat registra per il 2022 andamenti negativi per quasi tutte le coltivazioni: in decisa contrazione la produzione di legumi (-17,5%), olio di oliva (-14,6%) e cereali (-13,2%); diminuiscono le attività di supporto (-5,4%) e il comparto zootecnico (-0,6%). Annata molto favorevole invece per la frutta (+23,2%) e positiva per le attività secondarie (+8,6%) e il florovivaismo (+1,1%).

 

Dopo la performance negativa del 2021 (-1,1% il valore aggiunto in volume), nel 2022 il settore dell'agricoltura, silvicoltura e pesca ha subìto, infatti, un ulteriore indebolimento: il valore aggiunto è diminuito dell'1,8%, in controtendenza rispetto alla crescita del valore aggiunto del complesso dell'economia nazionale (+3,9%), ed è risultata in calo (-1,5%) anche la produzione in volume.

 

La flessione ha riguardato la produzione agricola di beni (-2,5% in volume per le coltivazioni e -0,6% per il comparto zootecnico) e le attività dei servizi di supporto (-5,4%), mentre solo le attività secondarie non agricole hanno fatto segnare un andamento positivo (+8,6%).

 

Risultati negativi anche per produzione e valore aggiunto della silvicoltura (rispettivamente -2,5% e -2,3% in volume) e in ulteriore marcata contrazione è risultato anche il settore della pesca (-3,5% la produzione e -2,9% il valore aggiunto).

 

L'industria alimentare perde vigore

Nel 2022 il valore aggiunto dell'industria alimentare, delle bevande e del tabacco è cresciuto dello 0,3% in volume, mentre quello del comparto agroalimentare nel complesso (che comprende agricoltura, silvicoltura e pesca e industria alimentare) ha fatto registrare un decremento dello 0,8% in volume, in controtendenza rispetto agli anni precedenti. La quota del settore agroalimentare sul totale economia è passata dal 4% del 2021 al 3,8% del 2022: il settore primario ha contribuito per il 2,2% (come nel 2021) e l'industria alimentare per l'1,6% (1,8% nel 2021).

 

Occupazione in calo, aumentano gli investimenti

L'occupazione nel settore agricoltura, silvicoltura e pesca, misurata in Unità di lavoro (Ula) nel 2022 è diminuita del 2,1%: la componente del lavoro dipendente si è ridotta dello 0,4% e quella indipendente del 3%. In crescita è risultata invece l'occupazione nell'industria alimentare (+3,1%). Nel complesso, quindi, l'input di lavoro nell'agroalimentare ha subìto una contrazione moderata (-0,7%). I redditi da lavoro dipendente in agricoltura silvicoltura e pesca sono cresciuti nel 2022 del 2,3%. In particolare, le retribuzioni lorde sono aumentate del 2,9%. Infine, gli investimenti fissi lordi hanno registrato un notevole incremento sia in valori correnti (+16%), sia in volume (+12,7%).