La prendiamo larga e in maniera soft. Il tema del commercio internazionale dei cereali, in questo caso, potrebbe essere male interpretato. Con un'autosufficienza di grano di appena il 74%, l'Iran è fra i molti Paesi costretti a ricorrere alle importazioni. Nulla di strano. Anzi, la globalizzazione da molti criticata come male assoluto, negli ultimi decenni ha favorito lo scambio di beni e di prodotti agricoli, consentendo - quando parliamo di globalizzazione nella sua accezione positiva - anche alle popolazioni più fragili di poter accedere a beni di prima necessità.
Veniamo all'Iran. Il bilancio di autosufficienza del frumento, secondo le elaborazioni di Clal, riportate sul sito di Teseo, sarebbe in crescita di quasi il 9% rispetto alla difficile stagione produttiva 2021-2022, che ha toccato un livello di self sufficiency del 65,9%. Tuttavia, rispetto all'annata 2019-2020 la percentuale odierna stimata del 74% è sensibilmente più bassa, dal momento che quattro anni fa superava il 90%, il picco più elevato degli ultimi anni.
Sotto i riflettori per le rivolte che in questo periodo stanno funestando il Paese, con una protesta che ha coinvolto in prima linea le donne iraniane contro il regime totalitario di Khamenei e per la sanguinosa e irresponsabile repressione delle autorità, l'Iran nel periodo fra gennaio e ottobre del 2022 ha incrementato l'import di frumento.
Tra i fornitori c'è anche l'Unione Europea, le cui esportazioni verso l'Iran nei primi dieci mesi del 2022 sono cresciute addirittura del 278% su base tendenziale, superando quota 1,25 milioni di tonnellate di grano.
I dati, in particolare, evidenziano che è la Germania l'unico Paese dell'Unione Europea che esporta in Iran. Sorpresa? Fino a un certo punto e queste poche righe hanno l'obiettivo più di segnalare una curiosità che non certo a puntare il dito contro Berlino.
Non possiamo, tuttavia, non ricordare che non è la prima volta che la Germania finisce nel mirino per aver privilegiato il business indipendentemente dagli interlocutori che aveva di fronte. Nelle scorse settimane, infatti, si sono sollevate polemiche per la visita del cancelliere tedesco Olaf Scholz a Pechino, esattamente come negli anni scorsi era stata criticata la politica considerata troppo filo russa (e la dipendenza di gas lo dimostra) prima del cancelliere Gerhard Schröeder, successivamente legato a Gazprom e poi del suo successore, la potentissima cancelliera Angela Merkel, da alcuni considerata forse l'unica in grado ad interloquire alla pari con Vladimir Putin.
L'Iran rappresenta il 5% del market share dell'export Ue di grano. I primi Paesi di destinazione del grano europeo sono Algeria (17% del mercato), Marocco (13%), Egitto (11%), Nigeria (8%), Iran appunto (5%), Tunisia (4%) e poi Cina, Giordania, Regno Unito, Arabia Saudita con il 3% delle quote di mercato.