Sette ettari di spazio occupato oggi da campi da calcio. Un'area che si colloca al margine meridionale del centro storico di Mantova, tra la ferrovia, lo stadio comunale e il Palazzo Te sul confine ad Est, decisamente povera di funzioni rispetto alla sua collocazione e alle potenzialità intrinseche di ricucire spazi e strutture al momento tra loro non comunicanti.

Da queste valutazioni nasce l'idea del Parco di Palazzo Te, con l'ambizione di farlo diventare un grande contenitore: un prato ampio e libero percorso da comodi tracciati di attraversamento, ben definito nei sui bordi da strutture vegetali di nuovo impianto, che lasciano tuttavia penetrabili e percepibili le emergenze architettoniche dell'intorno. La struttura nel suo complesso manterrà gli assi principali su viale Te ed il circuito dell'ex ippodromo, che si consoliderà come spazio per camminare e correre. Un nuovo percorso di attraversamento metterà in luce la palazzina liberty sul margine della ferrovia, riprendendo il tema storico dell'acqua e della storica isola del teieto, con una fontana composta da zampilli che nascono e ritornano a terra, su una pavimentazione che diventa gioco e ristoro nelle calde estati mantovane.


Il grande prato centrale si circonderà di due piazze e di cortine vegetali poste al contorno, che celeranno al loro interno luoghi più piccoli e raccolti, come stanze verdi intorno ad un grande salone. In questi spazi sono previsti usi specifici, che animeranno l'area rendendola attrattiva per tutta la comunità. Ci saranno giochi per bambini, aree fitness, superfici adatte ad attività motorie o di relax, spazi attrezzati per attività didattiche all'aperto e giochi di società.

Le pavimentazioni saranno prevalentemente in calcestre, materiale che se da un lato necessita di maggior attenzione manutentiva, dall'altro è capace di conferire un aspetto naturale e armonico mantenendo un buon grado di permeabilità delle superfici.

L'obiettivo del progetto è anche incrementare la dotazione a verde, con 250 nuovi esemplari arborei e 5mila tra nuovi arbusti e rose, in grado di garantire una fitomassa molto più efficiente e funzionale rispetto allo stato attuale, con siepi protettive sia rispetto alla vicina viabilità di scorrimento che rispetto alla ferrovia.

Tutte le superfici a verde saranno dotate di impianti irrigui con prelievo di acqua da pozzo, garantendo così un ottimale consumo idrico per l'attecchimento e la coltivazione di tutte le componenti vegetali.

Illuminazione, videosorveglianza e predisposizioni per utenze elettriche temporanee forniranno infine le dotazioni necessarie ad una fruizione sicura durante tutto il tempo dell'anno, con possibilità di svolgere attività organizzate o libere ed arricchire la capacità recettiva.


La progettazione, complessa e multidisciplinare, è stata condotta con un regolare confronto con gli uffici locali della Soprintendenza, oltre che con gli uffici di riferimento dell'Unesco nazionale ed internazionale.
Un progetto ricco per un parco, che nella sua struttura geometrica e formale va incontro all'esigenza di rigore imposto dai vincoli monumentali e dall'alto grado di protezione determinato del sito Unesco in cui si colloca, che contestualmente vuole assolvere alla più moderne funzioni di spazio attrezzato, tecnologico, con attività sportive e ricreative libere per tutti, con aree di relax e di relazione.

Un parco efficiente che vorrà essere luogo di eventi, incontri, vita quotidiana, spazio ideale per attività di giovani e anziani; facilmente raggiungibile a piedi dalla città ma anche dai vicini parcheggi, ideale punto di arrivo per i turisti provenienti dai circuiti museali del centro storico, che approderanno a questa rinnovata isola che tanto fu voluta dai Gonzaga come luogo deputato alle amenità e allo svago.

A cura di Marcella Ghidoni, Delegazione Regione Lombardia, Associazione Pubblici Giardini


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