Un giardino senza irrigazione è possibile da realizzare? Sì, se lo si fa utilizzando le tecniche di noti vivaisti e paesaggisti teorizzatori di questa disciplina, in primo luogo il francese Olivier Filippi, ma declinando e adattando il tutto alle caratteristiche pedoclimatiche dei territori.

Un approccio quello del jardin sec che è stato al centro della giornata tecnica del 10 maggio scorso, occasione di confronto su questo tema di grande interesse.

 

La visita al giardino di Maria Patrizia Matteucci

Il gruppo di soci della Delegazione Emilia Romagna dell'Associazione Italiana Direttori e Tecnici Pubblici Giardini, Aidtpg, ha infatti partecipato alla visita al giardino di Maria Patrizia Matteucci, ravennate, grande appassionata di paesaggistica, promotrice della manifestazione Meraviglie segrete, che per diversi anni ha aperto al pubblico rigogliosi giardini del territorio ravennate, ricchi di rarità botaniche, nel desiderio di condividere sensibilità diverse nel rispetto del comune amore per la cura del territorio.

 

Panoramica sul giardino e il gruppo in visita

Panoramica sul giardino e il gruppo in visita

(Fonte: Flavia Mazzoni, vicedelegata Emilia Romagna dell'Associazione Pubblici Giardini)

 

Il giardino è collocato proprio sotto l'argine del fiume Montone, nella campagna ravennate, intorno all'aia di una casa colonica di impianto ottocentesco.

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Il progetto intorno alla casa padronale risale agli anni '80-'90 del secolo scorso, ed è frutto della combinazione tra le idee di Ippolito Pizzetti, maestro del giardinaggio italiano, e quelle di Maria Patrizia. Progettista di giardini, ma anche prolifico scrittore, Pizzetti collaborò con alcuni tra i più importanti architetti del '900 italiano e insegnò nelle università di Venezia e Ferrara, dove tenne per diversi anni un corso in Architettura del paesaggio.

 

Il giardino ha rispettato la semplicità dell'origine in armonia con la campagna circostante, è ricco di zone ombrose alternate ad ampi spazi luminosi. Attorno ad una grande quercia dalle branche che toccano quasi terra si sviluppa una ricca collezione di rose botaniche e moscate, ma lo sguardo va immediatamente alla parete Nord della casa, interamente rivestita da piante di Hydrangea petiolaris i cui tralci si abbarbicano fino quasi al tetto.

 

La parete della casa rivestita da Hydrangea petiolaris

La parete della casa rivestita da Hydrangea petiolaris

(Fonte: Flavia Mazzoni, vicedelegata Emilia Romagna dell'Associazione Pubblici Giardini)

 

Ma negli ultimi anni, a partire dall'autunno 2021, l'interesse della padrona di casa si è spostato sugli spazi esterni al perimetro del giardino della casa padronale, lì lungo l'argine dove la naturalezza delle erbe spontanee ha sempre regnato indisturbata. L'argine di questo fiume, di natura sabbiosa e limosa, come un po' tutte le zone della bonifica ravennate, è frutto dell'attività degli scariolanti. La storia di questi uomini si svolge fino ai primi decenni del ventesimo secolo: erano braccianti che trasportavano terra con le loro carriole durante i lavori di bonifica, alzando argini, scavando canali, colmando paludi. Ogni scariolante era tenuto a portare con sé una vanga ed una carriola personale, trainandola dietro la bicicletta o tenendola sopra la testa.

 

Com'è nato il giardino secco

Il lavoro di preparazione del giardino secco, che per ora interessa un tratto di oltre cento metri lineari, è iniziato a novembre 2021 con la pulitura del cotico erboso dell'argine mediante una ruspa, consentendo al terreno di essere sottoposto all'azione del gelo invernale. Al terreno è stato aggiunto uno strato di circa 40 centimetri composto da granisello, sabbia fine e sassi di fiume di piccola pezzatura, nessuna concimazione di fondo è stata eseguita, né fertilizzazioni di copertura.

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Nel corso della primavera successiva sono iniziate le piantagioni, con materiale di piccole dimensioni, piante in vaso di non più di un anno di radicazione, per favorire l'acclimatazione e la stabilizzazione. Ogni pianta è stata preceduta dal posizionamento di un anello di lamiera del diametro di circa 40 centimetri e alto 20 centimetri, parzialmente interrato, che per i primi due anni ha consentito la conservazione dell'acqua e che dove possibile è stato poi eliminato. Le irrigazioni di soccorso sono state rare ma abbondanti ed effettuate solo nel corso dell'estate 2022, bagnando soprattutto gli arbusti posizionati nella parte alta dell'argine.

 

L'abilità del giardiniere che si accinge a costruire un giardino arido sta nella scelta delle essenze più adatte all'ambiente in cui si opera, sia a livello compositivo che di resistenza alla siccità. L'obiettivo è quello di creare una sorta di gariga, quindi un ambiente composto da vegetazione a bassa statura, con cespugli e piante basse che crescono su suoli poveri e sassosi. Visitando l'argine si notano varietà di Phlomis, Teucrium, Cistus, Salvia, Euphorbie, Anthyllis, Papaver, Isatis, Genista, oltre a tante perenni e biennali scelte dalla proprietaria e in fase di ambientamento. In tre anni l'argine si è completamente rivestito di vegetazione, limitando gli interventi manutentivi ad un diradamento delle piante più sviluppate e a sporadici interventi di eradicazione manuale delle infestanti e delle specie troppo invadenti.

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In un giardino l'aridità è percepita come un limite. In realtà in natura la flora è più ricca nelle regioni a clima mediterraneo che in quelle a clima temperato. Le piante in grado resistere al caldo torrido di queste estati mediterranee sono quelle che si selezionano spontaneamente e vanno in dormienza estiva. Nel giardino secco come quello padronale è visibile una esposizione permanente di opere in ferro dell'artista Piero Strada, che sembrano emergere naturalmente da tanta bellezza.

 

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Alcuni momenti della visita al giardino secco. Nel primo particolare, l'anello per il contenimento dell'acqua di
precipitazione e di irrigazione

(Flavia Mazzoni, vicedelegata Emilia Romagna dell'Associazione Pubblici Giardini)

 

La giornata si è conclusa con una interessante visita a Centroflora di Greggi G. & C. Società Agricola, vivaio romagnolo specializzato in erbacee perenni e graminacee, piante robuste e adattabili.

Le piante sono selezionate da Marco e Gastone Greggi per la loro capacità di dare struttura, movimento e leggerezza al giardino, al terrazzo, agli spazi verdi di oggi e di domani. Prodotte con cura, selezionate con passione, pronte a raccontare un nuovo modo di coltivare e di essere attenti all'ambiente.

 

A cura di Flavia Mazzoni, vicedelegata Emilia Romagna dell'Associazione Pubblici Giardini 

 


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