E' questo lo spirito con cui si muove il Tavolo di partenariato - promosso dal ministero delle Politiche Agricole - che ospita i lavori di studio, confronto e programmazione proprio sulla nuova Pac prossima a muovere i primi passi da gennaio 2023.
Nell'ultima riunione del tavolo il dicastero di Via XX Settembre si è confrontato con le parti sociali ed economiche, le principali associazioni del settore, le organizzazioni professionali e il mondo della cooperazione. Nella precedente convocazione (il 19 aprile scorso), il ministero aveva invece lavorato insieme con le regioni, l'Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (Ismea), l'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea) e il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (Crea).
Obiettivo del tavolo, così come richiesto dall'Unione europea, è fornire una valutazione delle diverse esigenze e pensare a misure per l'architettura verde da porre alla base del futuro Piano strategico nazionale (Psn).
"Abbiamo un percorso da fare assieme - osserva il ministro Stefano Patuanelli - che rappresenta una delle sfide che questo Governo ha: quella di rafforzare il settore primario, che nel nostro Paese è di fondamentale importanza". L'auspicio di Patuanelli è che si arrivi a un piano fondato sulla semplicità, e che possa essere in grado di garantire il massimo dell'efficacia.
Tra le carte messe sul tavolo ci sono anche quelle con i numeri importanti dei finanziamenti, carte accompagnate dalla distinta dei fondi destinati ai pagamenti diretti degli agricoltori e alle Ocm, Organizzazioni comuni dei mercati. L'ammontare dell'intervento predisposto dalla nuova Pac corrisponderà a circa 40 miliardi in sette anni; mentre quello nazionale e regionale, che lo andranno a cofinanziare, sarà pari a 11 miliardi.
Lo scenario che si apre ora è di monitoraggio delle proposte che dovranno esser presentate. In seguito ci sarà una valutazione in un prossimo incontro, per giungere a una sintesi e alla definizione degli interventi. Il nodo da superare - è il ragionamento di Patuanelli - riguarda la gestione adeguata degli ecoschemi previsti dalla nuova concezione di architettura verde. Dall'agricoltura biologica alle pratiche agronomiche virtuose e rispettose dell'ambiente, gli ecoschemi in sostanza incideranno sui redditi diretti degli agricoltori; e quindi sulla sussistenza stessa delle aziende agricole.