L'invio delle schede da parte dell'Anbi dà seguito alla specifica richiesta della Direzione Generale Politiche Agricole. Le schede riguardano progetti esecutivi e definitivi per complessivi 375,8 milioni di euro, già inseriti dai consorzi di bonifica nella banca dati Dania e rispondenti ai criteri di ammissibilità e selezione richiesti dal Ministero alle Politiche Agricole per il Pnrr e da questo approvati con il decreto ministeriale n. 0299915 del 30 giugno 2021.
Toccherà ora a Regione Campania inviare i progetti al Mipaaf entro fine settembre e seguire il processo di selezione. Il rilancio della progettualità irrigua dei consorzi di bonifica incontra la disponibilità della misura Investimento 4.3 del Pnrr, gestita dal Ministero delle Politiche Agricole e rivolta a finanziare "Investimenti nella resilienza dell'ecosistema irriguo per una migliore gestione delle risorse idriche".
"Ricordo che la provvista finanziaria sulla misura Investimento 4.3 del Pnrr a regia Mipaaf è di 880 milioni - afferma Vito Busillo, presidente dell'Anbi Campania e vicepresidente nazionale Anbi - soldi che andranno spesi per il 40% al Sud: si tratta di un'occasione unica per ampliare le aree di risparmio idrico dotando gli impianti di strumenti di misura dell'acqua consumata e per ampliare le aree irrigue".
Sul territorio della provincia di Caserta, i consorzi di bonifica del Volturno e del Sannio Alifano hanno presentato complessivamente cinque progetti esecutivi, per quasi 113,2 milioni. In provincia di Salerno 11 progetti esecutivi fanno capo ai cinque consorzi di bonifica in destra del fiume Sele, di Paestum, del Sarno, del Vallo di Diano e Tanagro e dell'Alento, per un valore di circa 112, 3 milioni di euro. Infine, su Avellino c'è il progetto definitivo da quasi 158,7 milioni di euro proposto dal Consorzio di Bonifica dell'Ufita.
"I progetti presentati - sottolinea Busillo - sono rivolti ad ottimizzare l'utilizzo dell'acqua, anche mediante l'utilizzo di vasche di accumulo temporanee, per evitare sprechi negli orari di mancato utilizzo degli impianti irrigui da parte degli agricoltori, anche se, vale la pena ricordare, il settore agricolo non consuma acqua, ma in gran parte la rimette in circolo: per evaporazione e ricaduta in falda".
Infine massima cura è ormai rivolta ai quantitativi di acqua di cui necessitano realmente le piante "Con tecnologie avanzate, come i segnali provenienti da sensori di rilevazione dell'umidità e della presenza di clorofilla nelle foglie piazzati a terra, su droni e satelliti e grazie all'utilizzo di software di gestione da consiglio irriguo - conclude Busillo - oggi è possibile centellinare l'acqua per ridurre i trattamenti e le concimazioni, tagliando costi all'agricoltore e rendendo prodotti più salubri ai consumatori".