Il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli, in vista della messa a punto del testo, avverte: deve "essere sempre sanzionata come pratica commerciale sleale la vendita di prodotti agricoli e alimentari a prezzi inferiori rispetto a quelli di produzione".
Con il decreto vengono infatti recepite nell'ordinamento italiano le norme per disciplinare le relazioni commerciali e contrastare le pratiche commerciali sleali negli scambi tra acquirenti e fornitori di prodotti agricoli e alimentari, comprese quelle imposte unilateralmente da un contraente alla sua controparte. L'obiettivo è razionalizzare e rafforzare il quadro giuridico e sostenere la trasparenza nei rapporti commerciali tra venditori e acquirenti. In particolare la direttiva introduce il livello minimo di tutela comune a tutta l'Unione europea, e comprende un elenco di pratiche commerciali sleali vietate e uno di quelle autorizzate solo se concordate in termini chiari e univoci.
Inoltre, l'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (Icqrf) viene designato autorità nazionale di contrasto, per vigilare all'applicazione delle disposizioni, sui divieti stabiliti dalla direttiva e sulle relative sanzioni.
Secondo Stefano Patuanelli "si tratta di un provvedimento importantissimo che servirà a riequilibrare i rapporti di forza tra le parti negli scambi commerciali, garantendo una posizione più equa per gli agricoltori e i produttori. Nei prossimi tre mesi lo schema di legge dovrà essere sottoposto al parere delle commissioni parlamentari per poi essere approvato, in via definitiva, entro la fine dell'anno dal Consiglio dei ministri".
L'auspicio del ministro è che "in questo lasso di tempo si potrà lavorare assieme per migliorare ulteriormente il testo, con l'obiettivo di rafforzare maggiormente la posizione contrattuale della parte più debole, fissando per legge dei criteri capaci di assicurare un 'equo prezzo' al produttore agricolo. Per esempio, ritengo che debba essere sempre sanzionata come pratica commerciale sleale la vendita di prodotti agricoli e alimentari a prezzi inferiori rispetto a quelli di produzione". Ma "la legge delega sulla base della quale il Governo ha predisposto lo schema di decreto legislativo, purtroppo, non ci ha consentito di poter raggiungere questo obiettivo. Il Parlamento nella delega ha previsto il divieto solo per le ipotesi di vendita di prodotti agricoli a prezzi inferiori del 15% rispetto al costo di produzione. Ne ho parlato in Consiglio dei ministri ed abbiamo tutti assunto l'impegno di eliminare questo riferimento alla quota del 15%, se il Parlamento, in sede di parere o con emendamenti, si pronuncerà in tal senso".