Quanto è diffuso lo smart farming in Italia e soprattutto quali sono le condizioni che ne promuovono o ostacolano l'adozione? A queste domande ha provato a dare una risposta un sondaggio condotto da Carlo Giua, ricercatore del dipartimento di Scienze e tecnologie agroalimentari (Distal) dell'Università di Bologna, all'interno della community di Image Line (oltre 261mila iscritti al momento della stesura di questo articolo).
 
Il primo dato che emerge è che tra i membri della community di Image Line lo smart farming ha una buona diffusione visto che il 51% ha affermato di impiegare già qualche strumento. Tra chi ha dichiarato di aver già adottato tecnologie di smart farming, a farla da padrona sono i sistemi gestionali, con il 73,9%, probabilmente perché l'adozione è abbastanza semplice ed economica. Ad esempio QdC® - Quaderno di Campagna® permette di tenere traccia di tutte le operazioni svolte in campo in maniera veloce e utile a rispondere alle richieste degli organismi di controllo.

Seguono poi i sistemi di precision farming, quali Gps o sistemi geolocalizzati connessi ad attrezzature agricole, con il 43,3%, e i vari sistemi di sensoristica di campo, con il 32,4%. A stupire è invece la percentuale di chi impiega già oggi sistemi e tecnologie a funzionamento autonomo, pari al 7,4%. Sotto questa voce troviamo ad esempio i robot per uso zootecnico.

Alla domanda "Quale tra questi gruppi di tecnologie vedi più adatto nel tuo contesto aziendale?" ben il 13% ha optato per l'automazione, il 22% per i sistemi gestionali, il 17% per la sensoristica, l'11% per i sistemi geolocalizzati e simili tecnologie di precisione.

La maggior parte dei rispondenti, intorno al 74%, conferma di trovare utili le tecnologie di smart farming in azienda e che queste rendono le imprese più produttive ed efficienti (69%). Mentre solo un 65% pensa che queste aumentino il grado di sostenibilità.

Tuttavia l'indagine conferma che molti agricoltori ritengono che la fruibilità delle tecnologie di smart farming sia ancora migliorabile, visto che nel complesso circa il 50% del campione non è convinto della loro semplicità d'utilizzo. Nonostante questo, la maggioranza degli intervistati ritiene di essere in grado di utilizzare bene o di poter imparare con facilità ad impiegare questi strumenti. Ciò si spiega anche in considerazione del fatto che gli agricoltori che hanno risposto al questionario hanno già un buon livello di digitalizzazione, possiedono aziende in media più grandi e sono più giovani ed educati della media nazionale.

Un altro dato che risulta particolarmente interessante riguarda la disponibilità di risorse economiche e tecniche necessarie per l'adozione delle tecnologie smart farming. Infatti solo il 33% degli imprenditori ritiene di possederle e più del 45% di loro non è sicuro di poter trovare assistenza tecnica in caso di necessità.

"E' emerso che le tecnologie di smart farming sono adottate soprattutto dalle grandi aziende con una leadership giovane. Anche la filiera gioca un ruolo importante, visto che di solito le aziende inserite in questi contesti sono più innovative. Ma non è la filiera stessa a promuovere e supportare l'adozione dello smart farming. A spingere verso l'innovazione sono soprattutto la ricerca di maggiori livelli di efficienza, produttività, qualità e di controllo dei costi da parte del capo azienda", specifica Giua. Inoltre è interessante notare come circa l'80% di chi ha risposto alla domanda ritiene di non aver ricevuto alcun supporto dall'organizzazione a cui appartiene.

E se la maggior parte degli intervistati (oltre il 65%) investirà nel prossimo futuro nello smart farming, i motivi per i quali viene intrapreso questo percorso sono vari:
  • Migliorare la gestione dell'azienda: 54%.
  • Ottimizzare l'utilizzo di materie prime ed input vari (es. agrofarmaci, sementi, etc.): 50%.
  • Ridurre i costi di produzione: 48%.
  • Ridurre l'impatto ambientale dell'attività aziendale: 45%.
  • Aumentare la produttività: 37%.
  • Migliorare i processi e il carico lavorativo: 33%.
  • Migliorare la raccolta dei dati per il tracciamento del prodotto lungo la filiera: 29%.
  • Ridurre i tempi di adempimento agli obblighi normativi: 27%.
  • Disponibilità di fondi per l'acquisto (credito d'imposta per l'agricoltura 4.0): 21%.
  • Disponibilità di supporto/assistenza nell'impiego delle tecnologie: 11%.
 
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