Una partnership che, come spiega soddisfatto il presidente di Cia Ferrara, Stefano Calderoni "per noi significa raccontare ai consumatori gli enormi passi avanti fatti dal sistema agricolo ferrarese dal punto di vista della sostenibilità ambientale. Vogliamo spiegare che noi siamo già in prima linea per la tutela del paesaggio e dell'ambiente perché da diversi anni abbiano iniziato a produrre con tecniche più green, puntando anche sul biologico come ci chiede l'Europa. Vogliamo parlare di tutto questo in maniera concreta per eliminare una volta per tutte il 'pregiudizio' sulle aziende agricole che, con i loro trattamenti, inquinerebbero l'ambiente. Niente di più falso".
"Per questo, oltre a uno scambio reciproco di servizi, vogliamo rendere operativo patto con Confconsumatori, aprendo fisicamente le nostre aziende - naturalmente quando la situazione sanitaria lo consentirà - a chiunque vorrà vedere di persona come produciamo e quale livello di salubrità e sicurezza abbiamo raggiunto quando coltiviamo i prodotti del territorio".
La collaborazione è il primo passo di un percorso unico che deve portare alla "certificazione" della qualità e della sicurezza di prodotti e filiere agroalimentari, per garantire al consumatore un prodotto dalla raccolta alla trasformazione, fino alla tavola, come ha specificato Antonio Frascerra, presidente di Confconsumatori Ferrara. "In questa prima fase apriremo uno sportello informativo per i cittadini e organizzeremo visite ad aziende agricole, agriturismi e mercati di vendita diretta per aumentare la consapevolezza sui processi produttivi, in collaborazione con gli associati Cia che potranno, a loro volta, servirsi dei nostri servizi di tutela al consumatore. Credo che questo sia solo l'inizio di una partnership intersindacale virtuosa, che potrà essere presa come esempio anche a livello nazionale".
Un esempio importante che parte da Ferrara: "un'associazione di produttori agricoli esce dall'isolamento per presentare ai consumatori le sue produzioni di qualità. E non è scontato - afferma Massimo Piva, vicepresidente Cia e uno dei principali fautori dell'accordo -. Si parla sempre, infatti, di agroalimentare italiano come eccellenza nel mondo, quasi in maniera troppo bucolica, ma in concreto i consumatori non sono completamente consapevoli di quello che mangiano. L'obiettivo è, dunque, quello di dare all'opinione pubblica il senso di un'agricoltura che produce in maniera sicura, rispettando spesso protocolli rigidissimi, e di alta qualità perché la sostenibilità nelle nostre campagne à già realtà. Un'idea che va rafforzata in ogni modo possibile, anche per ridare valore al lavoro quotidiano delle nostre aziende agricole".
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Fonte: Cia Ferrara