I progetti di ricerca dovranno essere orientati al miglioramento delle produzioni biologiche, all'innovazione dei processi produttivi delle imprese biologiche, al trasferimento tecnologico, alla fruizione e diffusione dei risultati della ricerca e alla diffusione dei benefici e vantaggi dell'agricoltura biologica.
Le università e gli enti pubblici hanno la possibilità di presentare entro quarantacinque giorni dalla data di pubblicazione in Gazzetta ufficiale (avvenuta il 7 gennaio 2021) le proprie proposte progettuali, che potranno prevedere la partecipazione, come "unità operative", di altri enti privati che hanno tra gli scopi statutari la ricerca e la sperimentazione e che non perseguono scopo di lucro. È invece obbligatorio, pena l'inammissibilità del progetto, il coinvolgimento nelle attività progettuali di almeno un'azienda biologica o biodinamica.
Di grande ampiezza e attualità gli assi strategici che orienteranno i progetti: dal miglioramento genetico alla meccanizzazione, all'approccio agroecologico nelle aziende bio alle tecniche di trasformazione, passando per la riduzione degli input, lo sviluppo sostenibile del territorio, la tutela ambientale, forestale e paesaggistica. Inoltre, potranno essere presentati progetti anche specificamente rivolti a due segmenti come florovivaismo e piante officinali, comparti sempre più prossimi alle dinamiche del biologico.