Dal Nord Europa è giunta a noi la tradizione dell'albero di Natale e di un signore paffuto, vestito di rosso e di bianco, che porta regali e dolciumi ai bambini. Queste cose, che ormai ci appartengono e che sono diventate parte della nostra tradizione, si scontrano oggi con tematiche ambientaliste più o meno valide che non vorrebbero mai vedere eliminata nessuna pianta.
Quanti martiri, in questi giorni freddi, agli angoli delle strade. Quanti abeti sacrificati alla nostra gioia! Se, come credo, esiste anche in questo campo un'etica con cui almeno confrontarci, ritengo necessario scrivere due parole anche su questo tema.
Consociazione di Nandina domestica con una graminacea (Carex oschimensis)
(Fonte foto: Alfonso Paltrinieri - Associazione Pubblici Giardini)
La maggior parte degli alberi natalizi che vediamo in questi giorni nelle città, in attesa di una casa adottiva, proviene da coltivazioni in cui si è proceduto ad un impianto ravvicinato e dove, ad un certo punto, diventa doveroso procedere alla riduzione delle alberature presenti, così da permettere uno sviluppo armonico e possente di quelle rimanenti. Le alberature sacrificate possono essere così destinate alla vendita, previa autorizzazione del Corpo forestale dello Stato riconoscibile, a quanto mi risulta, da una speciale piombatura o anellatura.
Una "pianta jolly": Bulbine frutescens
Spesso queste piante sono prive di pane di terra, o zolla, cioè prive di apparato radicale, per cui la loro fine è certa! Se invece l'alberello giunge nelle nostre abitazioni con uno straccetto pietoso che avvolge un pugno di peli radicali ricordiamoci, vi prego, almeno di dargli un po' d'acqua da bere, e di conservarlo possibilmente in un luogo fresco. Resterà una speranza di poterlo collocare in un qualche giardino, e di vederlo crescere. Ricordo anche di esperienze, realizzate da alcune scuole locali, di raccogliere questi avanzi natalizi per poi riportarli verso climi e luoghi più adatti, verso Pavullo ( in provincia di Modena) per intenderci.
Restando sicuramente nella sfera personale e privata la scelta dell'Albero di Natale (il Garante vigila), vorrei proporre, oltre all'albero sintetico "made in China", alcune alternative.
Ilex aquifolium Argento marginato
(Fonte foto: Alfonso Paltrinieri - Associazione Pubblici Giardini)
Cosa ne dite di un bel vaso con Agrifolio gigante, davanti a casa, da piantare nel giardino dopo le Feste? Oppure, sempre considerando la scelta di una pianta in vaso, perché non scegliere un altro bell'arbusto sempreverde (ce ne sono tanti!).
E, se proprio desideriamo il Pino, perché non meditare l'acquisto di un Kosteriana (Abies picea Pungens "Koster") o uno a lui similare, bellissima costosa conifera da piantare in giardino dopo aver fatto bella mostra di sé all'ingresso di casa, esposta ai rigori dell'inverno.
L'alternativa vera diventa però la realizzazione di alberi fantastici, realizzati con rami secchi, dritti o contorti, o tronchi di piante a foglia caduca opportunamente decorati. Colorati con oro e argento, rosso e blu, con o senza palline e nastri e quello che vogliamo, possono diventare l'albero natalizio del futuro… e uccidere un po' la magia del Natale.
Diventa alla fine veramente difficile comprendere quale sia la strada giusta.
Io, quest'anno, oltre al presepe, ho optato per il "made in China" in casa, più un secondo albero realizzato con rami secchi di potatura di alberi da frutta, pieni di nastri e palline colorate; lo scorso anno, invece, mi ero messo due Agrifogli screziati di bianco, davanti alla porta di casa.
Comunque… Auguri!
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