Il tema: il valore dei dati
Nel corso dell'appuntamento è emerso quanto il valore dei dati rappresenti un topic notevolmente importante e attuale per la filiera: partendo da dati attendibili, infatti, sarà possibile per il decisore politico sviluppare azioni mirate a sostegno del comparto e, per le imprese, attuare strategie a supporto delle scelte produttive e di mercato, nonché delle decisioni operative aziendali.Campagna 2020, le criticità ci sono
La campagna 2020 di trasformazione del pomodoro in Italia, conclusasi un mese fa, si è rivelata complicata per diversi fattori. Nonostante i maggiori investimenti colturali, e di conseguenza la maggiore quantità di materia prima a disposizione delle aziende di trasformazione, per garantire gli elevati standard qualitativi di passate, pelati, polpe e pomodorini è stato necessario impiegare maggiori quantità di pomodoro fresco, con un conseguente calo delle rese industriali.Inoltre nel bacino Centro-Sud è stato registrato un significativo calo delle rese agricole nell'areale foggiano, che rappresenta la maggiore zona di approvvigionamento per l'intero bacino, senza trascurare l'ulteriore incremento del prezzo della materia prima. Su tanto - per i dettagli - si veda AgroNotizie del 5 novembre scorso.
Anche l'emergenza Covid-19 ha influenzato - e continua a farlo - l'andamento della campagna, cominciata con stock di magazzino praticamente azzerati per i formati retail a causa dell'incremento dei consumi iniziato durante il periodo del lockdown e proseguito anche successivamente. E alla luce delle produzioni ottenute Anicav stima che quest'anno sarà particolarmente difficile arrivare con giacenze di magazzino a inizio produzione 2021.
I consumi, conferma dei primati italiani
Dal punto di vista dei consumi, l'Italia si conferma il primo paese produttore ed esportatore di derivati del pomodoro rivolti direttamente al consumatore finale: circa il 60% delle produzioni di conserve rosse è destinato ad essere esportato.Nei primi otto mesi del 2020, l'export dei derivati del pomodoro ha fatto registrare una crescita del 2,64% in volume e del 9,44% in valore (dati Istat). I dati di produzione e di consumo sono stati illustrati, in apertura dei lavori da Giovanni De Angelis, direttore generale dell'Anicav, che ha condotto un'analisi sulla produzione italiana, europea e mondiale, insieme a Marco Serafini, consigliere delegato dell'associazione.
L'Italia è da anni punto di riferimento indiscusso nella filiera del pomodoro da industria: è il terzo produttore mondiale di pomodoro dopo gli Stati Uniti e la Cina, rappresentando il 13% della produzione mondiale e il 53% di quella europea, con un fatturato che raggiunge i 3,5 miliardi di euro, di cui 1,8 miliardi derivanti dall'export.
Il trend positivo è confermato anche nei consumi interni nei canali iper, super, libero servizio e discount che, al 30 settembre 2020, sono significativamente aumentati sia in volume (+9,7%) che in valore (+16,4%) rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente (dati Iri).
Commissione Ue, Italia è best pratice nel monitoraggio dei dati
Anche la Commissione europea riconosce l'importanza del valore dei dati. Nel corso dei lavori Marijke van Schagen e Celine Keidel della Commissione, coordinate da Antonio Casana presidente di Tomato Europe, hanno presentato i progetti di outlook e market observatory elaborati dalla Dg Agri, che testimoniano la grande attenzione con cui la Commissione guarda all'esperienza italiana come best practice nell'ambito delle attività di elaborazione e monitoraggio dei dati, al fine di una implementazione dell'applicazione della regolamentazione sulle pratiche commerciali sleali in tutta la filiera dell'agroalimentare.Tavola rotonda, la nuova sfida dell'e-commerce
A concludere l'evento è stata la tavola rotonda alla quale hanno partecipato tre grandi player internazionali dell'industria di trasformazione del pomodoro: Antonio Ferraioli, amministratore delegato di La Doria Spa e presidente dell'Anicav, Francesco Mutti, Ad Mutti Spa, e Manuel Vàzquez Calleja, presidente di Conesa Group.Dalla discussione è emerso, in particolare, che i dati di consumo, seppur conseguenza di una situazione straordinaria legata alla pandemia e all'effetto accaparramento del primo lockdown, dimostrano che siamo di fronte ad un'inversione di tendenza: il pomodoro made in Italy, finora trascinato dal mercato in un ruolo di commodity - che, negli anni, ha impoverito i prodotti appiattendo la percezione della loro qualità - viene ora scelto consapevolmente dai consumatori che hanno inserito i derivati tra i principali alimenti da tenere in dispensa.
L'auspicio di tutti è che anche nel periodo post Covid-19, quando si ritornerà ad acquistare prodotti con shelf life più corte e ad avere una maggiore attenzione ai prezzi, questa tendenza continuerà a consolidarsi.
Inoltre, l'industria sarà chiamata a raccogliere le nuove sfide derivanti, in particolare, dalla sempre maggiore diffusione dei nuovi canali di acquisto (e-commerce) e delle nuove forme di organizzazione del lavoro. Importante per l'intera filiera del pomodoro sarà la condivisione dei dati di produzione e consumo al fine di attuare una migliore programmazione e pianificazione delle produzioni.