La Regione Puglia con Acquedotto Pugliese in seno al Contratto istituzionale di sviluppo per Taranto hanno proposto più soluzioni e modalità economiche e sostenibili per l'approvvigionamento idrico dell'acciaieria ex Ilva. E questa soluzione, presentata dai tecnici della Regione Puglia al tavolo Cis, lo scorso 16 novembre, è stata ritenuta unanimemente più vantaggiosa e coerente con gli obiettivi di efficacia e razionalizzazione delle risorse idriche ed economiche.
Per l'ex l'Ilva il Cis di Taranto ha deciso di costruire un nuovo dissalatore, mentre le acque dei depuratori Bellavista-Gennarini invece saranno utilizzate per l'irrigazione dei campi. Le acque dei bacini Sinni-Tara invece saranno utilizzate completamente a fini potabili.
Finora le pregiate acque del Sinni-Tara venivano utilizzate per le industrie siderurgiche dell'ex Ilva, grandi consumatrici di risorsa idrica, mentre i reflui dei depuratori Gennarini-Bellavista finivano in mare.
"L'accordo, che sarà formalizzato con un protocollo d'intesa tra le varie parti, punta a ridisegnare il sistema idrico dell'area jonica" si sottolinea nella nota di Regione Puglia.
I reflui dei depuratori saranno affinati e utilizzati dagli agricoltori, un nuovo dissalatore in Mar Grande, in prossimità del complesso ex Ilva fornirà alla fabbrica l'acqua necessaria e i cittadini di Taranto e del Salento potranno contare su una maggiore disponibilità di acqua potabile proveniente dai bacini del Sinni e del Tara.
Ci saranno a disposizione altri mille litri al secondo per uso potabile (acque molto pregiate), 500 litri al secondo per usi agricoli dai depuratori e mille litri al secondo di acque aggiuntive dal dissalatore per l'ex Ilva.
Infine ci sarà una forte ottimizzazione dei consumi idrici, privilegiando per l'uso potabile le fonti naturali e recuperando e riutilizzando acque reflue in previsione della sempre più pressante criticità idrica dovuta ai fenomeni di inquinamento ed ai cambiamenti climatici in atto.
A seguito dell'approfondimento compiuto dall'ufficio Risorse idriche della Regione Puglia, insieme all'Agenzia strategica regionale per lo sviluppo ecosostenibile del territorio ed Acquedotto Pugliese, è stato verificato che per portare fino all'acciaieria le acque dei due depuratori sarebbe stato necessario adeguare e completare un grosso collettore di collegamento fra i due depuratori (in gran parte costituito da una condotta sottomarina) più un'ulteriore condotta, con relativi impianti di sollevamento, per addurre le acque fino all'acciaieria: costo 23 milioni.
Costerà meno invece affinare l'acqua depurata ed immetterla nella rete irrigua già presente sul territorio tarantino, quella gestita dal Consorzio di bonifica e irrigazione Stornara e Tara, le cui strutture dovranno diventare parte integrante del Consorzio del Centro Sud Puglia.