Le foglie verdi in autunno cambiano colore. Da verdi diventano rosse, arancioni, gialle e poi marroni per poi cadere al suolo. Il colore della foglia è sottrattivo e così in autunno, degradando la funzione clorofilliana che come tutti ben sappiamo caratterizza il colore verde delle foglie, vengono resi evidenti le colorazioni nascoste.
Nelle cellule delle foglie si trovano infatti anche altre sostanze pigmentate quali, ad esempio, i carotenoidi (pigmenti chimici responsabili del colore arancione delle carote o del giallo del mais) che solitamente restano invisibili sotto il verde della clorofilla (il pigmento chimico che cattura l'energia del sole).
Nelle cellule delle foglie si trovano sostanze pigmentate solitamente restano invisibili sotto il verde della clorofilla
(Fonte foto: Alfonso Paltrinieri - Associazione Pubblici Giardini)
C'è chi sostiene poi che questo cambiamento cromatico sia anche un sistema difensivo che la pianta attua per difendersi dalle avversità in un momento di debolezza che è proprio tipico del momento di preparazione per la fase di quiescenza invernale. L'importante però è avere evidente che in questo momento che precede la completa caduta delle foglie, sarebbe necessario limitare gli interventi cesori in quanto è proprio di questa fase l'accumulo delle sostanze di riserva (amido).La semplicità di questo elemento naturale non sottintende una banalità funzionale perché la foglia, laboratorio chimico dell'albero, opera diverse azioni fondamentali alla nostra vita.
L'albero, attraverso le foglie, oltre alla ben nota produzione di ossigeno e fissazione della CO2, svolge funzione di fissaggio delle polveri e dei pulviscoli atmosferici, elimina diverse sostanze inquinanti, protegge dal sole e dal caldo, frena la forza della pioggia battente, offre beneficio e refrigerio alla nostra stanchezza fisica e mentale, dona cibo e medicamento.
La foglia, laboratorio chimico dell'albero, opera diverse azioni fondamentali alla nostra vita
(Fonte foto: Alfonso Paltrinieri - Associazione Pubblici Giardini)
Detto ciò, che gioia semplice - ma vera - era il poter camminare liberamente tra il crocchiare delle foglie secche e respirare l'odore penetrante di bosco che fluiva da loro, e che altro non era che l'odore della loro decomposizione.Una decomposizione così necessaria per la vita delle piante, del bosco e del parco, perché attraverso questa decomposizione si produce sostanza organica che migliora la qualità del suolo in modo semplice ma funzionale, rendendolo fertile e ricco di quella vitalità che rende vigorosi i nostri alberi. La macinatura delle foglie che cadono nei prati rustici è pertanto pratica funzionale, economica ed ecologica poiché tra l'altro limita il trasporto di materiale residuale alle discariche.
Questo sguardo autunnale offre l'occasione per introdurre ad una delle tematiche più "insidiose" del lavoro quotidiano del manutentore del verde: la raccolta delle foglie.
In autunno prende spesso inspiegabilmente sopravvento l'odio per l'albero. Improvvisamente, la nostra pazienza cede alla caduta della foglia che plana al suolo e così diventa solo sporcizia, diventa inciampo e ciò che fino a ieri ci proteggeva dall'afa e dal caldo, e svolgeva tutte quelle funzioni così vitali per noi diventa ora, in questa stagione, un pericoloso nemico. Diventa inciampo, fastidio e, nei nostri giardini, diventa tempo sottratto alla nostra libertà da destinarsi alla raccolta delle foglie e occasione di litigio col vicino di casa e con la Pubblica amministrazione.
La raccolta delle foglie è una delle tematiche più "insidiose" del lavoro del manutentore del verde
(Fonte foto: Alfonso Paltrinieri - Associazione Pubblici Giardini)
Certo la nostra vita, così moderna e veloce, ha tempi stretti, e tensioni. E se è vero che le foglie, col loro cadere a terra, ci provocano sicuri disagi, cerchiamo almeno di collocare l'entità del problema che da ciò ne deriva nella giusta "casellina", tra le cose meno gravose della vita. Pazientando, perché ancora una volta la natura è stata puntuale nel suo dovere, nel procedere col suo ciclo e riciclo di ciò che genera.Ricordiamoci sempre del beneficio silenzioso che questi nostri amici così generosamente ci elargiscono attraverso questa incredibile appendice che è la foglia. Perché questo problema è da imputarsi fondamentalmente ad una nostra mancanza. Il senso di disagio che la foglia provoca nella sua caduta al suolo, nel suo accumularsi e decomporsi sta nel concepire, ancora una volta, l'albero diverso da ciò che è.
Siamo noi che dobbiamo necessariamente comprendere con umiltà, devozione e curiosità come utilizzare correttamente queste risorse della natura, assecondandone le modeste esigenze, riconoscendone l'indubbio valore. La vita, senza gli alberi, non sarebbe vita e le foglie, l'ornamento che caratterizza le specie arboree in modo così preciso, sono così talmente importanti che non vale la pena perderci del tempo in litigi…
Alfonso Paltrinieri
Associazione Pubblici Giardini
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Fonte: Pubblici Giardini - Associazione italiana Direttori e Tecnici Pubblici Giardini