Il settore agricolo per fortuna ha tenuto, nonostante alcuni comparti siano in sofferenza, come quello del vino, degli agriturismi, del florovivaismo o della zootecnia. Eppure il settore agroalimentare può rappresentare una 'polmonatura' in grado di assorbire i lavoratori lasciati a casa da altri comparti.
Ma perché questo accada serve che tutti gli stakeholder si rimbocchino le maniche. E un punto di partenza potrebbe essere il workshop organizzato dagli Stati generali del mondo del lavoro, realtà fondata da Pier Carlo Barberis che ha dedicato un webinar proprio al binomio giovani e agrifood.
La ricetta di Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti Piemonte, è semplice: rilanciare il settore agroalimentare partendo dai territori e dalle materie prime nostrane attraverso dei contratti di filiera che permettano di rifornire le aziende di trasformazione, di cui l'Italia vanta eccellenze a livello mondiale, di prodotti italiani. "Si potrebbero in questo modo creare almeno 200mila posti di lavoro nuovi in agricoltura", ha sottolineato Moncalvo.
Senza contare poi che attirare giovani nel settore significa anche renderlo più digitale e sostenibile. Una strada di cambiamento sulla quale il paese si è già avviato, visto che deteniamo il primato di aziende agricole gestite da under trentacinque in Europa. E di legame tra agricoltura, impresa e territorio ha parlato anche Federico Borgna, sindaco di Cuneo.
Dal campo all'industria
Secondo Giuliana Cirio, direttore generale di Confindustria Cuneo, il settore agroalimentare ha retto bene il colpo, ma nel suo complesso l'industria è in sofferenza. A dirlo sono i numeri: se nel secondo trimestre 2019 le pratiche di cassa integrazione nella provincia erano state venti, nello stesso periodo del 2020 sono state 450. Ecco dunque che nel breve periodo molti lavoratori saranno lasciati a casa e non tutti potranno trovare occupazione nel settore agroalimentare."Solo alcune professionalità potranno essere assorbite - sottolinea Cirio - e per semplificare questo processo serve una contrattualistica che sia più snella". Significa avere accesso a contratti di lavoro che coniughino la necessità dei giovani (e non solo) di entrare in azienda con il momento di incertezza che vivono le imprese. Da questo punto di vista, secondo Cirio, sarebbero utili dei "patti sociali" tra dipendenti e aspiranti tali per facilitare l'ingresso di questi ultimi.
Di accesso al mercato del lavoro ha parlato Marco Pagano, ceo di Risorse Spa, agenzia del lavoro che è impegnata sul territorio nel matching tra domanda e offerta, ma anche nella formazione. "Per superare questo momento occorre fare sistema, mettendo assieme istituzioni, imprese e scuola", ha spiegato durante la diretta degli Stati generali del lavoro Agrifood (che si terrà in versione live il 26-29 ottobre a Cuneo).
Per Pagano lo strumento della somministrazione permette un buon grado di flessibilità alle imprese, mentre percorsi come l'alternanza scuola-lavoro sono essenziali per avvicinare i ragazzi al mondo del lavoro.
La parola alle imprese
Al tavolo di discussione 'digitale' erano presenti anche due aziende: Aziende vitivinicole Ceretto e Topcon. In rappresentanza della prima ha preso la parola Roberta Ceretto, presidente del Gruppo attivo sia nel settore vitivinicolo che in quello della ristorazione. Una azienda che dall'inizio del 2000 ha intrapreso un silente percorso di rinnovamento generazionale e di passaggio da una agricoltura convenzionale ad una biologica.Percorso che ha richiesto l'inserimento in azienda di personale con le giuste competenze. E proprio questo è un tema centrale: servono le giuste competenze per permettere il matching tra lavoratore e impresa. E alle aziende non servono solo operai agricoli o agronomi, ma anche persone che sappiano di ristorazione, di accoglienza, di internazionalizzazione, di agricoltura 4.0 e di digitale.
Queste ultime competenze sono essenziali per Federica Castaldi, direttore Risorse umane di Topcon Europe. Una multinazionale che ricerca sia figure ingegneristiche per lo sviluppo di nuovi prodotti, sia tecnici-commerciali, che coniughino la capacità di vendita con la conoscenza del prodotto e il supporto agli agricoltori. E i giovani da questo punto di vista possono far valere la loro natività digitale sul mercato del lavoro.