E’ una crisi devastante quella che sta affrontando anche il mondo vitivinicolo della Sardegna, in particolare quello dei vini a denominazione. In Sardegna, i vini Igt, Doc e Docg rappresentano una realtà forte di 14887 ettari coltivati, su un totale regionale di 27293, con 312mila ettolitri prodotti, l’80% del totale regionale, che vanta la produzione di eccellenze vinicole che per il 37% sono esportate in ben 19 paesi del mondo. Una realtà piccola nel quadro della produzione vinicola nazionale e rilevante per qualità e capacità imprenditoriali.

Ma la situazione di emergenza imposta da Covid-19 ha provocato un calo vistoso nelle vendite che arrivano fino al 90%, con l’azzeramento degli ordini da hotel, ristoranti e catering e la pesante contrazione nella Grande distribuzione organizzata. Inoltre si aggiungono anche i problemi legati alla carenza di liquidità, all’incremento degli insoluti e all’aumento delle giacenze, fattori che lasciano intravedere un prossimo crollo dei prezzi, con conseguenti ingenti perdite sia per i viticoltori che per le cantine. Un settore, quello del vino sardo che, negli ultimi anni, ha sofferto anche per gli eventi calamitosi che, negli ultimi anni, ne hanno fortemente limitato produzioni, sviluppo e vendite.

Ed è per far conoscere questa grave situazione del comparto e lanciare una richiesta d’aiuto che i presidenti di tutti gli 8 Consorzi di tutela vini Igt, Doc e Docg della Sardegna, in rappresentanza dei produttori sardi, hanno scritto una lettera al presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas, esprimendo "preoccupazione" per la situazione dell’intero settore vino. E formulando una serie di proposte di ampio respiro, che forse ben rappresentano le esigenze anche di altre realtà vitivinicole del Mezzogiorno d'Italia.

Le imprese vitivinicole nella missiva inoltrata al presidente Solinas – nel sottolineare quanto sia necessaria una strategia forte per il rilancio del settore - chiedono “di concertare le azioni con gli assessorati Agricoltura e Turismo, anche per creare un piano di comunicazione che sostenga la ripartenza del settore e lo rilanci in Italia e all’estero, e un Piano Marshall che garantisca liquidità alle aziende e le ponga in condizione di affrontare la ripresa”.

I consorzi propongono una serie di misure fondamentali per la ripresa del comparto con afferenza alla parte agricola, finanziaria e promozionale del settore vino.
 

Misure agricole, flessibilità Ocm e gestione delle eccedenze

Tra le proposte degli imprenditori figurano il congelamento delle risorse del Piano nazionale per il settore vino non impegnate nell'anno finanziario 2019-2020, l’aumento della quota di contributo dal 40 ad almeno il 60% per incentivare le imprese ad investire, la velocizzazione e sburocratizzazione delle pratiche in corso di esame, la proroga delle scadenze di 12 mesi e l'annullamento di tutte le sanzioni per chi non ha concluso e rendicontato le pratiche entro i tempi previsti, e una maggiore flessibilità sui mercati bersaglio, con la possibilità di poter modificare, utilizzare e trasferire le misure già finanziate per i paesi extracomunitari, estendendole ai paesi della Comunità europea.
 
Un punto importante per le cantine è quello sulle eccedenze di vino per l'annata 2019. “Chiediamo che la Regione Sardegna si attivi presso il ministero e la Comunità europea per richiedere un aumento delle riserve, la quota di vino utilizzabile su altre annate, attualmente pari al 15%, portandola fino al 30% – scrivono i produttori nella lettera - Questa misura, a costo zero, permetterebbe di incamerare una quota di riserva utile in particolare a sopperire alle esigenze di mercato di vini come il Vermentino, la cui produzione è stata fortemente danneggiata dalle gelate”.

Una richiesta arriva anche per sostenere il comparto vitivinicolo a livello produttivo e di prezzo prodotto. “Ci sarà uno shock per l’immissione sul mercato di milioni di bottiglie invendute, in presenza di domanda scarsa – continuano - con conseguente crollo dei prezzi. Bisogna pensare a contributi in favore della riduzione facoltativa di prodotto immesso sul mercato, finanziando politiche qualitative di diradamento in pianta o di vendemmia verde. Non possiamo deprezzare, c’è di mezzo la vita delle aziende”.
 

Misure finanziarie, finanziamenti con dilazioni decennali

Sulla parte finanziaria le aziende vitivinicole puntano su una veloce immissione dei fondi previsti con il Decreto legge Liquidità, riducendo al minimo le commissioni richieste per la garanzia di Stato ed evitare così di neutralizzare l’agevolazione sul tasso di interesse. “Il finanziamento dovrebbe essere erogabile per un importo pari al 25-30% del fatturato dell’anno precedente – prosegue la missiva - con piena copertura da parte dello Stato e con tempi di restituzione dilazionati, possibilmente in almeno 10 anni con preammortamento e rimborso del capitale una volta tornati ad una pseudo normalità”.

Inoltre, i produttori propongono una moratoria dei pagamenti sui mutui e scadenze fiscali, con posticipazione delle scadenze al 2021, lo sblocco dei pagamenti sulla Organizzazione comune di mercato settore vino e Programma di sviluppo rurale chiusi e non liquidati, la velocizzazione dell’iter per importi già spesi che sono in attesa di essere liquidati da Regione, Agea e altri organismi. In più chiedono di portare al 100% gli anticipi richiedibili con la polizza fideiussoria. Il credito d’imposta per i crediti inesigibili, previsto dal decreto Cura Italia, dovrebbe essere facilmente fruibile in compensazione per contributi, imposte e tasse. Infine si chiede l’applicazione del credito di imposta per perdita significativa del fatturato, modulandola in base al mancato reddito calcolato sull'anno precedente.
 

Promozione per il rilancio del settore

“Sarebbe opportuno creare un fondo dedicato espressamente alla promozione – si legge ancora nella lettera - in quanto nel momento in cui questa emergenza sarà terminata, si scatenerà una competizione fortissima tra Paesi produttori a livello internazionale in cui dovremmo assolutamente farci trovare preparati, mettendo in evidenza tutte le nostre eccellenze”. Nel quadro di una forte collaborazione all'interno del made in Italy, i produttori sardi chiedono "una campagna istituzionale specifica sulle eccellenze della nostra Regione e un finanziamento ai consorzi di tutela perché possano svolgere al meglio il loro ruolo di tutela e promozione, un finanziamento specifico per le aziende affinché possano adottare tutti i sistemi per promuovere i loro prodotti".
 

Tutte le firme dei presidenti

La lettera indirizzata al presidente Solinas porta la firma di: Alessandra Seghene per il Consorzio di tutela Erga Omnes “Terre di Romangia” Romangia igt e Moscato di Sorso Sennori Doc, Giovanni Porcu per il Consorzio di tutela Erga Omnes Malvasia di Bosa Doc, Daniela Pinna per il Consorzio di tutela Erga Omnes Vermentino di Gallura Docg, Mario Moro per il Consorzio di tutela Erga Omnes Alghero doc, Giovanni Pinna Consorzio di tutela Vermentino di Sardegna Doc, Emanuele Garau per il Consorzio di tutela Cannonau di Sardegna Doc, Francesca Argiolas per il Consorzio di tutela Vini di Sardegna Doc e di Sandro Murgia per il Consorzio di tutela Erga Omnes vini di Cagliari.