In Sardegna si prova a fare chiarezza sull’arretrato delle pratiche per liquidare denaro agli agricoltori sulle più varie partite, dal Programma di sviluppo rurale 2014-2020, all'Organizzazione comune di mercato, senza contare la siccità del 2017 ed altro ancora. E se l’assessora all’Agricoltura, Gabriella Murgia, prefigura la necessità di effettuare assunzioni straordinarie ad Argea per superare il pregresso, in una nota diffusa il 9 dicembre scorso dice anche: “Sul numero delle pratiche arretrate dei pagamenti agli agricoltori, la situazione è ben chiara e questo assessorato ha sempre comunicato tempestivamente i veri dati”, dopo che erano circolati dati non corretti. Ma Coldiretti Sardegna - con una nota di ieri, 10 dicembre 2019 - auspica che i provvedimenti straordinari siano anche realmente efficaci.

Ecco i numeri forniti dall’assessorato dell’Agricoltura della regione autonoma della Sardegna. Le pratiche di pagamento che riguardano le imprese del settore primario in totale sono 98.235. Le pratiche pregresse, ovvero arretrate, sono poco più della metà,  51.407, e così suddivise:
  1. Psr pratiche per misure a superficie e capo, 31.325;
  2. Psr per misure strutturali, 1.310;
  3. Carburante agricolo agevolato (Uma), 100
  4. Ocm, 901;
  5. Aiuti regionali,17.521 (tra queste quelli per la siccità 2017);
  6. Fondo europeo della pesca, 250.
Per quanto riguarda le pratiche presentate ad Argea nel 2019 e di prossima presentazione, da istruire nel corso del 2020, sono in totale 46.828.  

“La missione di Argea - sottolinea Gabriella Murgia - è quella di rendere operativo l’ente pagatore sardo. Entro il 13 maggio 2020 (da decreto ministeriale del 14 ottobre 2019) devono risultare in organico stabilmente circa un centinaio di dipendenti in più, considerando che dopo l’audit del ministero (febbraio scorso) sono cessati dal servizio 50 dipendenti. Pertanto l’integrazione del personale è urgente a prescindere dalle istruttorie pregresse”.

“A oggi - precisa l’assessora - gli istruttori delle pratiche Argea sono 221, su una base occupazionale totale attuale di 430 dipendenti. Nei restanti 209 sono ricompresi i coordinatori delle unità organizzative, il personale adibito alle attività amministrative, personale, bilancio, sistemi informativi, contenzioso e affari generali (86 in tutto), e anche 110 dipendenti inquadrati in categoria B e 13 unità in categoria A, che da contratto di lavoro non possono istruire. Per pagare tutto il pregresso è necessario un reclutamento straordinario di ulteriore personale, per garantire agli agricoltori i pagamenti di quanto accumulato negli anni”.
 

Coldiretti: "Ben venga task force, purché efficace"

“Sui pagamenti comunitari siamo in perenne ritardo e sono la fotografia che esistono due mondi paralleli che viaggiano a velocità molto diverse: quello quotidiano che vivono le imprese (velocissimo) e quello istituzionale che cammina al ritmo lento dettato dalla burocrazia”. E’ quanto risponde il presidente di Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu.
I tempi sono troppo lunghi per Coldiretti Sardegna che lamenta l’assenza di qualsiasi certezza su tutte le pratiche, ma in particolare, soprattutto sulle pregresse, sulle misure agroambientali. E l’organizzazione sottolinea come “lo specchio di questa macchina elefantiaca è rappresentato sicuramente dalla siccità del 2017. Sono solo 4.119 le pratiche istruite, 16.510 quelle ancora ferme”.

“Ben venga la task force – continua Luca Saba, direttore di Coldiretti Sardegna - uno strumento che chiedevamo da tempo e che potrà, se ben utilizzata, dare una boccata di ossigeno e sbloccare le pratiche. Cosi come potrà dare delle risposte l’organismo pagatore sardo. Ma sempre se ben strutturato e guidato altrimenti potrebbe rivelarsi un boomerang”. 
 
Ma ciò che chiede Coldiretti Sardegna è un intervento e una riforma del sistema che superi le eterne rincorse alle emergenze. “La nostra proposta che abbiamo presentato da tempo è quella dei cosiddetti super Caa: provvedimento che garantisce tempi certi per la conclusione dei procedimenti attraverso il meccanismo del silenzio-assenso: presentata la domanda ai Centri di assistenza agricola, se non arriveranno risposte entro 60 giorni per la conclusione dell’istruttoria, la pratica sarà considerata approvata" conclude Saba.